Weekend interessante nelle sale italiane con l’esordio di più titoli attesi, la scelta per il film da recensire per voi è andata per Safe House – Nessuno è al Sicuro, il nuovissimo film interpretato dal sempre ottimo Denzel Washington.
“La storia è incentrata sulla figura del custode di una “Safe House”, una casa segreta adoperata dalla C.I.A. per nascondere i testimoni, interpretato da Ryan Reynolds. Il giovane agente si ritrova a dover aiutare un criminale, Denzel Washington, a sfuggire da coloro che vogliono eliminarlo per evitare che parli, dopo che il rifugio dove era tenuto in cutodia viene distrutto.”
Alla regia c’è un debuttante come Daniel Espinoza, una scelta bella audace quella fatta da Universal e Relativity, affidare una storia così intricata ed un cast formato da Denzel Washington e Ryan Reynolds nelle sue mani è stata una scommessa a mio parere più che azzeccata.
Espinoza ha saputo dare vita ad una sceneggiatura ben costruita, raccontando con maestria una situazione che nel mondo dello spionaggio mondiale reale risulta essere la normalità assoluta.
Mentire, mentire e sempre mentire è il motto degli agenti segreti di tutto il mondo, un motto che Espinoza ha fatto suo regalando un alone di mistero in ogni scena finendo col non dare mai allo spettatore una visione precisa della trama.
Di sicuro il regista è stato saggiamente aiutato da un cast strepitoso che ha saputo interpretare alla perfezione ruoli difficile e non privi di sfumature, chiaramente non parlo soltanto dei due protagonisti principali, ma anche di tutti coloro che fanno da contorno alla storia.
Per Denzel Washington vige la stessa regola usata per i vini pregiati, più invecchia e più è buono, un’interpretazione praticamente perfetta, un leader in questo cast pieno di potenzialità.
Sin dai tempi di Philadelphia (1993) il talento di Denzel ha sempre regalato magnifiche interpretazioni, in Safe House è riuscito nella difficile prova di impersonificare un personaggio pieno di contraddizioni, ma allo stesso tempo affascinante.
Se per Denzel si può parlare di conferma, per Ryan Reynolds invece la sorpresa è dientro l’angolo, prima di Safe House l’ex marito di Scarlett Johansson non era mai riuscito a far capire molto del suo talento.
Miriadi di ruoli sbagliati e film privi di difficoltà interpretative avevano relegato il buon Ryan in un limbo fatto di cinecomics, horror e stupide commedie.
In Safe House lotta spalla contro spalla con la leggenda Washington per il ruolo da protagonista assoluto nei cuori degli spettatori e questo di sicuro non era neanche lontanamente prevedibile.
Insieme a loro due da sottolineare le ottime prove di attori del calibro di Brendan Gleeson e Vera Farmiga, il primo sembra avere un conto in sospeso con i ruoli di spionaggio, in questo caso poi sembra tagliato proprio per questo personaggio.
Safe House brilla non solo per il cast, ma soprattutto per il cuore pulsante dell’action adrenalinico presente per l’intera durata del film, inseguimenti, combattimenti corpo a corpo all’ultimo sangue e sparatorie in pieno centro urbano fatto di questo titolo un cult del genere per il futuro.
Prime delle conclusioni dovute su questo titolo voglio dare altri due appunti positivi centrati uno sulla location sudafricana perfetta per il tipo di trama e l’altra sulla colonna sonora molto urban che accompagna molte delle scene adrenaliniche presenti in Safe House, insieme fanno bingo.
In conclusione posso tranquillamente affermare che Safe House risulta essere uno degli action spionistici più riusciti degli ultimi anni con continui capovolgimenti di fronte senza mai essere scontato e privo di mistero.
Da vedere Safe House anche per ammirare un’accoppiata quella tra Washington e Reynolds che funziona nonostante la loro riconosciuta diversità artistica.