Non fatevi ingannare dalla presunta appartenenza alla cosiddetta commedia generazionale (e a tutte le produzioni scadenti che questo genere ha partorito in Italia, Moccia in testa), come il titolo di questo film, debitore allo slang romanesco (vuol dire grosso modo Stai sereno!) potrebbe suggerirvi. Scialla! è una tenera e sorridente commedia che merita di essere vista da genitori e figli, perché stimola l’intelligenza e la riflessione, fa bene al cuore e alla pancia e, sì (perché no?) è anche profondamente educativa.
Un film piccolo, certo, ma che non sarebbe giusto lasciar calpestare da un gigante come Breaking Dawn, in uscita nello stesso week end.
In una società come la nostra, in cui si risparmia sulla comunicazione, con abbreviazioni, emoticon, slang facile e “rap futuristici”, qui c’è uno sceneggiatore al suo esordio dietro la macchina da presa (Francesco Bruni, penna felicissima per Virzì, Calopresti e Montalbano) che invece le parole, importanti, ricercate, preziose, auliche, pregnanti, taumaturgiche, le fa pronunciare per intero al suo protagonista, Bruno Beltrame, un ex professore in pensione che ha rinunciato al suo sogno di diventare uno scrittore e si accontenta di sbarcare il lunario scrivendo come ghost writer autobiografie improbabili per personaggi di serie B, come la pornodiva “ripulita” Barbora Bobulova. Gli presta il volto un bravissimo Fabrizio Bentivoglio (in odore del Bill Murray di Breaking Flowers o del Jeff Bridges de Il grande Lebowsky) dalla dolce pronuncia padovana, che d’un tratto scopre di essere padre di Luca, un adolescente dall’aria pulita e vitale, ma scapestrato, che gli piomba in casa e gli sovverte tutti i ritmi biologici (l’esordiente Filippo Scicchitano, efficacissimo nella sua naturalezza e col suo gergo romanesco).
A entrambi sfugge un senso preciso della propria esistenza: la troveranno via via nella reciproca relazione, aiutati anche dal potere maieutico della cultura, che si rivela strumento ambivalente e sterile se in mano alle persone sbagliate e senza un’educazione sentimentale alle spalle. Come evidenzia la sconcertante e ironica figura dello spacciatore Er Poeta (Vinicio Marchioni), uno che costringe le prostitute e i piccoli pusher che lavorano per lui a istruirsi con i film di Pasolini e Truffaut (I 400 colpi!).
Bruno (anzi Bru’) e Luca, invece, attraverso un tour de force lungo sei mesi di ripetizioni pomeridiane che dovrebbero far recuperare all’adolescente l’anno scolastico, consumano in realtà un rito di trasformazione che cambia irrimediabilmente (e in meglio) le vite di entrambi. E che illumina sul senso di responsabilità dei genitori rispetto ai figli, sia nel j’accuse della professoressa di italiano che fa da motore alla trasformazione di Bruno, sia nel coup de théatre finale che vede Luca coinvolto in una situazione molto pericolosa.
La storia è semplice di fatto, ma proprio per questo efficace, e strizza l’occhio a due archetipi sfruttatissimi dal cinema americano: la metamorfosi del loser che ribalta vittoriosamente il proprio destino e il rapporto mentore-allievo con i suoi risvolti educativi e sentimentali (vedi L’uomo senza volto di Mel Gibson). E il bello della valenza pedagogica della pellicola è che si tiene lontana dalla retorica e dai facili sentimentalismi.
Grazie a una scrittura solida e intelligente, Scialla! è un piccolo film sincero che vi intratterrà per merito del talento dietro la macchina da presa e nella direzione degli attori del suo autore Francesco Bruni. Non a caso ha vinto a Venezia il premio della sezione Controcampo.
Da sottolineare infine l’ottima scelta musicale di canzoni rap in romanesco. Insomma… “sciallatevela” anche voi con Scialla!
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Mi piace: il romanzo di formazione di due esistenze “parcheggiate” che trovano finalmente la loro direzione.
Non mi piace: non pervenuto.
Consigliato a chi: a chi vuole “sciallarsela” con intelligenza. Ai genitori alle prese con figli teen ager. Ai teen ager alle prese con genitori.
Voto: 3/5
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