COSA SUCCEDE QUANDO HOLMES TROVA UN NEMICO DEL SUO LIVELLO?
Ieri sera sono andato al cinema e in una sala gremita di gente ho potuto assistere ad uno spettacolo che valeva ben più degli 8 euro del biglietto di entrata (calcolando che anche per vedere il film di Ficarra e Picone si paga lo stesso prezzo). Un film avvincente, coinvolgente, una commistione di elementi assolutamente indovinata che rendono irresistibile e dissetante il cocktail di Sherlock Holmes. In una Londra di fine 800, ricreata in maniera magistrale con i toni cupi che la caratterizzano, Sherlock Holmes indaga su un caso che lo impegna fino al midollo e che allo stesso tempo lo elettrizza. Un professore, di nome Moriarty, sta mettendo in atto un piano geniale quanto spietato e l’unico che può fermarlo è proprio Holmes, ma non senza l’aiuto del fido Watson, che riuscirà a coinvolgere anche questa volta in una avventura a dir poco pazzesca. Il bello è che questa volta il cattivo è assolutamente all’altezza del detective inglese, i due condividono la stessa mente analitica e si combatteranno durante tutto il film, come in una partita a scacchi. Il filtro cinematografico utilizzato da Guy Ritchie è indovinato sia per il genere che per l’epoca e le scene d’azione sono, a mio parere, eccezionali. Ritchie rielabora le tecniche utilizzate in Matrix e le rende sue. Mi spiego: nelle scene d’azione più confusionarie riesce a rendere tutto assolutamente chiaro e a far apprezzare al pubblico ogni minimo dettaglio grazie a dei focus mirati nei quali il tempo si rallenta, la camera si sposta e zoomma su quello che il regista ci vuol far vedere, in questo modo anche in una sparatoria possiamo apprezzare come una pallottola sfiori il panciotto di Watson o come una cannonata fracassi 3 alberi prima di arrivare al punto in cui esplodere.
Giudizio finale: voto 8,5
Come avrete intuito dalla recensione sono rimasto abbastanza colpito da questa pellicola ed il mio giudizio non può che essere positivo. Non solo il film non lascia percepire lo scorrere del tempo, ma riesce ad innovare rispetto al primo rimanendo originale nonostante sia un sequel. Se vi state chiedendo (come succede con tutti i sequel) se il secondo è meglio o peggio del primo, vi posso dire che per me Guy Ritchie è riuscito, anche se per poco, nell’impresa di superare in bellezza il primo capitolo della serie.
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