I primi 20 minuti ti incollano allo schermo: c’è una vicenda personale con la morte di un bambino molto coinvolgente, la presentazione di un protagonista che ha tutte le carte per essere un malvagio di grande carattere, e un tema di attualità che ci riguarda tutti, ovvero l’alimentazione.
Something Good parla, infatti, di sofisticazione alimentare, ovvero quelle frodi in cui vengono sostituiti ingredienti naturali nei prodotti gastronomici con sostanze chimiche per abbassare i costi e aumentare il profitto, senza nessuna salvaguardia per la salute dei consumatori.
Matteo è un operatore al soldo di una multinazionale con sede a Hong Kong, che non si fa scrupoli per scalare le vette di questo business, arrivando a proporre di vendere perfino latte fatto col gesso ai bambini africani. Sulla sua strada si mettono nemici che lo vogliono fare fuori facendo ricadere su di lui un’accusa di triplice omicidio; e sulla sua coscienza si mette Xiwen, ristoratrice che ha perso suo figlio proprio a causa di una frode alimentare, con la quale nasce un sentimento d’amore forte.
L’equilibrio tra thriller d’inchiesta sulle frodi alimentari, crime thriller e storia di redenzione tiene molto bene nella prima metà del film. Quando via via scivola definitivamente nella crime story convenzionale, lasciando solo in sottofondo il tema ancora vergine (almeno cinematograficamente) del “food business“, Something Good perde l’occasione di puntare a essere un sofisticato thriller sulle questioni morali e politiche che ruotano attorno all’industria alimentare, e un po’ di freschezza. Anche perché il pubblico è ormai abituato a cattivi talmente estremi da cui farsi stregare (pensiamo anche solo al televisivo Walter White di Breaking Bad) che per catturare la sua attenzione con una trama gialla tutto sommato lineare c’è bisogno di spingere l’acceleratore ben oltre le morti provocate indirettamente da cibo alterato.
Luca Barbareschi produce, scrive, dirige e interpreta, dimostrando di essere un talento unico nel panorama italiano e uno dei pochi in grado di confezionare un buon film di genere che guarda oltre i nostri confini.
Guarda il trailer e leggi la trama del film
Mi piace
Il tema dell’alimentazione e che in Italia ci sia qualcuno che prova a fare cinema internazionale
Non mi piace
Quando scivola nel convenzionale: il pubblico oggi è troppo smaliziato per i thriller tradizionali
Consigliato a chi
A chi interessa sapere cosa ha nel piatto e a chi ama i thriller
Voto: 3/5
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