Sono il numero quattro: la recensione di Gabriele Ferrari
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Sono il numero quattro: la recensione di Gabriele Ferrari

Sono il numero quattro: la recensione di Gabriele Ferrari

Se Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo era un tentativo di lucrare sul successo di Harry Potter, allora Sono il numero quattro è il Percy Jackson di Twilight. Il pretesto per rimettere in piedi l’ennesima storia di amori impossibili, bulli da liceo, accettazione di sé e combattimenti a colpi di laser è tanto assurdo da sfiorare i confini della realtà: gli improbabili alieni (in tutto e per tutto uguali a noi) del pianeta Lorien fuggono sulla Terra per nascondersi da altri improbabili alieni (in tutto e per tutto uguali ai vampiri di 30 giorni di buio) che li vogliono sterminare. Ovviamente il protagonista John Smith (Alex Pettyfer), uno di quelli buoni, oltre a saper usare la telecinesi è anche bello-e-solitario, e ruba il cuore dell’altrettanto bella – ma umana, ecco la sindrome-Twilight – Sarah (Dianna Agron). Sono il numero quattro si trascina così tra buoni sentimenti e labbra frementi, raccontando una delle storie d’amore più piatte che si ricordino, alternandola a confuse scene d’azione popolate da mostri alieni che sembrano usciti da Hogwarts e mitragliatori laser che sarebbero sembrati fuori luogo già in un videogioco anni ’90. C’è pure lo showdown finale nel campo da football. Come in The Faculty, con la differenza che il capolavoro trash di Rodriguez era più credibile.

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Mi piace
Non saranno Robert Pattinson e Kristen Stewart, ma Alex Pettyfer e Dianna Agron hanno un futuro, nonostante tutto: bello e ombroso lui, indifesa e deliziosamente radical chic lei. E poi, gli effetti speciali sono prodotti da Michael Bay: rispetto alla CGI dozzinale del primo Twilight c’è un abisso.

Non mi piace
La storia, uno spin-off di Twilight con le creature magiche travestite da alieni per poterci appiccicare l’etichetta “sci-fi”. L’effetto collage: oltre ai già citati, il film pesca a piene mani da True Blood, Battlestar Galactica, Predator e Il Signore degli Anelli.

Consigliato a chi
È in grave astinenza da saghe teen, fantasy ed esplosioni alla Michael Bay.

Voto: 2/5

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