VOTO: Nel posto giusto al momento sbagliato
E’ da quando ho deciso di andare a vedere Sotto Assedio: White House Down che ho in mente solo una cosa, scrivere sotto la voce recensione una bella frase che recita “vedi Attacco al Potere – Olympus Has Fallen, Antoine Fuqua, 2013”, e naturalmente avrei fornito una legenda per sostituire i nuovi personaggi con quelli del film precedente. Perchè l’avrei fatto? Cosi, anzi, solo perchè sarebbe stata una cosa sfrontata e alternativa come un’opera di Cattelan e mi sarei sentito un “artista”. Ho chiaro invece il perché non l’ho fatto, Sotto Assedio non è il film adatto ad un paragone di questo tipo. E’ vero che nel mondo del cinema, tra due sceneggiature simili, vince la fascia di Miss Originalità il primo che riesce a portare l’idea nelle sale, ma è anche vero che bisognerebbe giocare alla pari, e il nome di Roland Emmerich basta a chiudere la partita tra due pellicole molto simili ma allo stesso tempo lontane anni luce (o anni di esplosioni). Mettere Emmerich vs Fuqua sarebbe come confrontare Paperino e Duffy Duck: “Grazie Duffy, molto divertente, le faremo sapere”. Mr Indipendence Day, 2012, The Day After Tomorrow e Godzilla non ha rivali quando si tratta di situazioni apocalittiche ed esplosioni, e soprattutto ha il monopolio su come e quando distruggere la Casa Bianca (i Maya gli hanno dato un colpo di telefono per decidere tempi e modalità riguardo la fine dell’universo. Tutto rimandato, se ne riparla dopo Indipendence Day 2).
Nel mondo di Emmerich, l’aspirante agente dei servizi segreti Cale (Channing Tatum – Magic Mike) si reca in visita alla Casa Bianca per un colloquio insieme alla figlia Emily (Joey King – L’Evocazione: The Conjuring), ma visto che sono dei fortunelli, hanno scelto l’unico giorno in cui un commando di uomini addestrati riesce a bucare le difese del simbolo di potere americano e prendere in ostaggio il presidente degli Stati Uniti Sawyer (Jamie Foxx – Django Unchained, Ray). Cale avrà cosi la sua occasione per dimostrare di essere all’altezza nei panni del bravo/invincibile,/indistruttibile/velocissimo/collo largo agente segreto e recuperare il rapporto padre figlia diventato difficile dopo il divorzio. Il tutto è minacciato o supportato da un cast di grandi attori tra cui Maggie Gyllenhaal (Il Cavaliere Oscuro, Secretary), Jason Clarke (Il Grande Gatsby, Lawless), Richaed Jenkins (Jack Reacher, Quella Casa nel Bosco) e un James Woods (C’era Una Volta in America, Shark) che ho trovato altrettanto convincente solo nelle parodie dei Griffin, c’è anche Taub (Peter Jacobson – Dr House).
E’ vero, la somiglianza con Attacco al Potere uscito 3 mesi fa è quasi ridicola, tanto da pensare che qualcuno avesse dimenticato il copione sul lavandino di un cesso in comune tra la Millennium Films e la Columbia Pictures, ma il tedesco, adottato dagli USA, dietro la macchina da presa fa la differenza.
Come per Attacco al Potere dove c’è Gerard Butler ad interpretare il John McLane di turno (Die Hard – Trappola di Cristallo, John McTiernan,1988) in White House Down abbiamo un Channing Tatum alla ricerca delle seconde possibilità nel lavoro e nei rapporti umani. Non ho mai capito per quale motivo Tatum continuasse a ricevere ruoli diversi da quelli di Step Up o Magic Mike a lui più congeniali (della serie “Ao, giusto lo spogliarello poi fa”) ma, so che mi pentirò di ciò che sto per dire, il buon Roland è riuscito a renderlo estremamente credibile in questa parte (ricordiamoci che è stato cosi amato come action man protagonista in G.I. Joe da essere silurato nel sequel a dieci minuti dall’inizio del film). Accanto a Tatum c’è Jamie Foxx che per l’occasione si trasforma in un “F**ckin Kickin Ass President” dietro le linee nemiche e rappresenta la massima utopia che un americano, orgoglioso del proprio paese, potrebbe raccontare in vacanza in un posto dove non esiste internet e la tv: “ Ooooh sapete, il nostro presidente è un figo pazzesco perché noi americani siamo salutisti, è nero perché noi americani non siamo razzisti, è autoironico perché noi americani siamo simpatici, è un pacifista perché noi americani la facciamo profumata ecc…ah, vi ho detto che porta le Air Jordan?!”.
Come ho detto è la regia a fare la differenza, Emmerich riesce a raccontare molto bene la sua versione della Casa Bianca girando sequenze in luoghi della residenza presidenziale che cosi bene non si erano mai visti e riesce a regalarne una visione completa. Soprattutto la storia dell’assedio è credibile rispetto al pastrocchio di assalto ricreato in Attacco al Potere. Sono bellissime le luci e i colori in tutte le immagini della pellicola e gli effetti speciali non deludono le aspettative dei 150 milioni di dollari sganciati dalla produzione.
Tuttavia Sotto Assedio: White House Down non è il miglior film di Emmerich (il fattore “già visto” non aiuta) e a tratti andrebbe velocizzato un po’ per non far sembrare le due ore e dieci minuti troppo lunghe. E’ uno di quei casi in cui all’uscita della sala senti riecheggiare in coro “è un’americanata” ed è farcito di cotanto patriottismo che dopo i titoli di coda vien voglia di andare davanti al Campidoglio avvolti nel tricolore insieme alle note di Cotugno “lasciatemi cantaaaaaaare..sono un italiano”. Nonostante però la scontatezza di sequenze di lancio missili, complotti, ironia nei momenti drammatici e ragazzine di undici anni con le palle, le “americanate” ci piacciono, specialmente per un po’ di intrattenimento leggero. E poi, cito un amico: ”uno che ha scritto e diretto Indipendence Day si va a vedere anche se si da al porno”.
COSA HO IMPARATO (ATTENZIONE SPOILER)
-La parola “blog” non viene usata più da nessuno
-Lo sbandieratore possiede un talento
-La Casa Bianca ha 222 anni
-Forze speciali, servizi segreti, esercito ed FBI litigano per chi deve intervenire prima. Immaginatevi in Italia dove solo le Forze di Polizia sono 3: Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza
-Parlare a voce alta in un luogo occupato da terroristi non è una buona idea
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