Sotto il Vestito Niente - L'Ultima Sfilata: la recensione di Nerofrank
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Sotto il Vestito Niente – L’Ultima Sfilata: la recensione di Nerofrank

Sotto il Vestito Niente – L’Ultima Sfilata: la recensione di Nerofrank

Mamma mia….credo, innanzitutto, di essere uno dei pochi, pochissimi, a non aver mai visto un film dei fratelli Vanzina. Non mi sono mai piaciuti, per genere, contenuti e quant’altro. Dopo aver visto questa pellicola posso solo dire che….ho fatto bene. Con tutto il rispetto ma riuscire a scrivere qualcosa di sensato dopo aver visto questo film, è davvero troppo difficile perchè non c’è assolutamente niente di logico, normale. Trama assurda e in alcuni tratti sin troppo banale, la coppia di poliziotti (Malerba e Mancuso)a tratti somiglia a Gianni e Pinotto. L’ambientazione, la Milano ‘da bere’ della moda e del fashion oltrechè della ‘passerella’ in bella mostra di automobili provenienti dalle svariate case automobilisitche (italiane e non) , non riesce a dare alcunchè di thriller, misterioso e di drammatico. La scena della morte della modella fa assolutamente ridere, come tutto il cast degli attori (mi chiedo dove l’abbiano trovati), assolutamente privi di espressione, di profondità e soprattutto di drammaticità. Riesce persino ad essere brutto il doppiaggio (del quale mi sono sempre ritenuto uno strenuo difensore); la voce della modella è a metà fra quella di una borgatara romana e di una cameriera romagnola. E per finire? Vogliamo parlare del finale? A parte, anche qui, la scontatezza ma la descrizione di questa ‘povera disgraziata’ della sorella dello stilista omosessuale non trasmette assolutamente niente di che. Si assiste inermi ad una accozzaglia di frasi trite e ritrite provenienti da film horror di vario genere, il ‘poliziotto’ Malerba non riesce neanche a fare il suo dovere arrestandola perchè l’assassina si butta dal balcone di sua spontanea volontà.Il coinvolgimento nella sceneggiatura di Franco Ferrini, collaboratore di tanti film di Dario Argento, non serve affatto, purtroppo, anche se si vede, dal taglio delle inquadrature (primi piani sulle armi dei vari delitti e delle ferite inflitte dall’assassina)al tipo di narrazione che ricorda fin troppo, ma in questo caso assolutamente male, i film del regista romano.Si arranca così fino alla fine, che termina con il ricongiungimento del figlio, avuto da una coppia di ‘perfetti’, con i nonni materni e finalmente le luci della sala si accendono….ci si sveglia e si esce dal cinema……

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