Spy: la recensione di Mauro Lanari
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Spy: la recensione di Mauro Lanari

Spy: la recensione di Mauro Lanari

Spyawn. Una commedia (attenti a non chiamarla parodia o satira: il sottotesto femminista pretende d’esser preso sul serio) troppo scurril’e triviale per far rider’e un action troppo violento per divertire. Le 2 ore scivolano via lentissim’e interminabili; al netto del turpiloquio e delle scene sconce (negl’Usa è stato classificato con una R “for language throughout, violence, and some sexual content including brief graphic nudity” – R significa “restricted: Vietato ai minori di 17 anni non accompagnati dai genitori”), c’è un’esigua traccia di trovate gustos’e originali. Qualcosa suoi titoli di coda, ma forse giusto per il sollievo della fine. La rece più votata su IMDb si concentra su un aggettivo: vergognoso. “Definire prevedibile il dipanarsi della trama è un eufemismo”. Se la saranno spassata gl’attori sullo schermo, Law e Statham in particolare, altrimenti lo standard comico è cinepanettoniano e ben ci sta la spia da romanaccio coatto. In Italia viene distribuito come programmazion’estiva ed è campione d’incassi: il record di cald’ormai tropical-subsahariano miete vittime e si gode di quest’infantilismo balneare. La battuta di gran lunga più esilarante è definire la McCarty “risposta femminile a John Belushi”.

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