Ash è stato umiliato dagli Invincible, i campioni dello Streetfight. Addirittura ridicolizzato dal loro leader. E così decide di mettere insieme, affiancato dall’ironico e fidato Eddie, la crew più folgorante si sia mai vista prima, andando a pescare i migliori ballerini in giro per il mondo, da Roma a Berlino, da Londra a Parigi. Qui rimane folgorato da Eva, affascinante e snodata ballerina di Latin Dance, i cui ritmi ispirano ad Ash l’idea del secolo per vincere il Final Clash: la gara delle gare…
Il 2010 fu l’anno del boom per StreetDance 3D. Sia in Gran Bretagna, patria produttiva del film, che in America le sfide tra crew conoscevano il loro picco di popolarità in TV, come ad esempio in Britain’s Got Talent, e il 3D era ancora all’inizio della sua corsa. Solo due anni dopo i tempi sono parecchio cambiati, il 3D non è più una sorpresa e sia Cameron che Scorsese hanno dimostrato a che livelli si può spingere. Va da sé che non ci impressioniamo più nel vedere glutei guizzanti o sgambate acrobatiche che sembrano sbalzare fuori dallo schermo. Così ci aspettavamo qualcosa che ci stuzzicasse in questo sequel sempre in stereoscopia. E questo qualcosa, non è tanto (o non solo) la fusion tra latin dance e lo streetfight (che i meno addetti avranno intuito essere il genere che mescola tutti gli stili di strada, dall’hip hop alla break, passando per l’hardstep o il Detroit jt), quanto la sensuale ballerina che ne è fautrice: Sofia Boutella. La ragazza, già interprete del video del singolo postumo di Michael Jackson, Hollywood Tonight, testimonial per Nike e per ben due concerti ballerina per Madonna, è una delle migliori performer di hip hop al mondo. La sua bellezza e le sue prodezze sul ring, arena contemporanea di tango e salsa (generi che non aveva mai ballato prima di questo film), specie nella prima parte quando Ash (Falk Hentschel) scopre Eva, irretiscono lo sguardo dello spettatore.
Al di fuori di questo, c’è ben poco di sorprendente da scovare in Street Dance 2 nell’ambito del genere dance movie. La stessa idea della fusion è già stata usata diverse volte, sfruttando il mix classica e hip hop. E l’innamoramento tra i due protagonisti non potrebbe seguire percorsi più prevedibili e telefonati. Più che sui dialoghi o sui colpi di scena non resta che concentrarsi sulle sempre fantasiose coreografie di questi streetfighter-attori messe in scena dal duo Max e Dania. Se poi vi fate prestare da Manu (oste e possessivo zio di Eva, alias Tom Conti) due o quattro peperoncini per animarvi, è meglio…
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Mi piace: l’abilità della crew e la sensualità della protagonista.
Non mi piace: la scontatezza dei dialoghi e delle situazioni.
Consigliato a chi: agli amanti della Streetdance. Ai chi macina dance movie come fossero noccioline. Ai ballerini in cerca di ispirazione per nuove fusion.
Voto: 2/5
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