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Sucker Punch: la recensione di Frenck Coppola

Sucker Punch: la recensione di Frenck Coppola

Può la forza della mente renderti libero da qualsiasi sia il male che ti tiene prigioniero? beh questa è la domanda ke il regista Zack Snyder pone nel suo ultimo film Sucker Punch, scelto da me stasera per la recensione settimanale per voi, una scelta alquanto audace vista l’anima molto femminile del film, Sucker Punch è si un film da veri duri, ma controcorrente rispetto al mondo di Hollywood, in mano agli uomini, questa volta i duri portano le gonne e le autoreggenti, il cast del film infatti è composto da quasi totalità di donne, alla faccia del girl power, Zack decide di racconatare la sua nuova avventura visionaria attraverso la forza dell’animo femminile contro situazioni senza via di scampo, decisione molto azzeccata a dire il vero.
Dopo il grandissimo successo di 300 ed il suo successivo Watchmen era difficile pensare che Zack potesse ancora centrare il bersaglio, ma stupisce tutti è indovina ancora la carta vincente, ancora una volta la sua immaginazione e il suo action hanno vinto la scommessa, in Sucker Punch molto dei due suoi predecessori, infatti da 300 raccolte le sue ambientazioni molto cupe e dark con i suoi guerrieri direttamente dalle tenebre pronti a combattere fino alla morte, da Watchmen invece la forza di un gruppo che passa da possenti supereroi fumettistici ad eroine immaginarie che poco hanno da invidiare a Gufo Notturno, Spettro di Seta e Dottor Manhattan.
In questo film tanti aspetti sono stati saggiamente mischiati da Zack come l’epoca storica, siamo infatti durante il periodo nazista, le tecniche mediche fuorilegge come la lobotomia, la detenzione psichiatrica e lo sfruttamento femminile con i primi casini, fino alla violenza dei padrigni contro le loro giovani figliocce, temi duri e scottanti, trattati però con tanta delicatezza da una parte e scioltezza dall’altra, in modo da evitare di finire troppo nel drammatico e snaturare quindi il tema del film.

Il ritmo del film è incridibilmente incalzante, in special modo nelle scene di immaginazione pura della giovane protagonista, in alcuni casi però si nota la troppa esagerazione nel ricercare troppo l’azione tanto da finire per creare confusione e caos nella visione del film, il filo logico della sceneggiatura scritta dallo stesso Zack insieme a Steve Shibuya, scorre abbastanza bene anche se a volte si tende ad alternare troppi momenti di tranquillità con l’azione più totale, finendo per creare alcuni buchi narrativi qua e la, l’inizio del film trova qualche piccola difficoltà di comprensione accentuato quando si inizia a capire che la fantasia inizia a prendere il sopravvento sulla realtà, in definitiva forse sulla sceneggiatura si sarebbe potuto fare di meglio.
Il cast, come detto tutto al femminile, conta giovani talenti di Hollywood come Emily Browning, Jena Malone, Abbie Cornish, Vanessa Hudgens e Jamie Chung, belle ed agguerrite hanno tutte contribuito alla ottima riuscita del film, in particolare da sottolineare la prova della Malone, molto da grande star il suo approccio alla recitazione, le cinque eroine però son state ottimamente supportate da una bravissima ed intensa Carla Cugino nel ruolo difficile di tutor psichiatrico.
Il pezzo forte di Sucker Punch è senza ombra di dubbio la colonna sonora, bellissime le canzoni che la compongono da Skunk Anansie a Bjork, fino ad alcuni pezzi cantati addirittura dalle protagoniste Browning e Cugino, canzoni dal forte cuore rock in modo da accompagnare saggiamente le varie fasi dell’azione che cresce sempre di più nella mente della protagonista, da controaltare e sembra un paradosso per un film che punta sugli effetti speciali, la qualità di alcune scene che portano poco contatto visivo fino a stancare la vista nei momenti culminanti, anche se comunque in definitiva sono sopra la media, raggiungono però l’apice nelle scene rallentate, arma segreta dello stesso Zack, tanto da proporlo sia in 300 che in Watchmen.
In conclusione posso dire di essere estremamente soddisfatto della visione di Sucker Punch tanto da sentirmi molto propensio a consigliare la visione a voi che mi seguite, con un’unico avvertimento, in Sucker Punch non c’è un vero e proprio genere, perciò mettetevi l’anima in pace, ce n’è per tutti.

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