Tenet: la recensione di Antonio Montefalcone
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Tenet: la recensione di Antonio Montefalcone

Tenet: la recensione di Antonio Montefalcone

Nolan ritorna e ci fa ritornare al cinema nell’anno segnato dal Covid-19. Proprio come nel suo film, è come se il nostro tempo ritornasse indietro fino al periodo pre-lockdown quando questa pellicola doveva uscire nelle sale. E’ dunque la (non) linearità del Tempo a ritornare da protagonista nell’ultima godibile, spettacolare pellicola (come sempre in 70mm e IMAX) di Nolan.
Un film di spionaggio, action e sci-fi, interessante e coinvolgente, e solo in apparenza complicato. L’inversione temporale e tutti i problemi di fisica teorica ad esso legato è al centro di quest’opera: in base alla legge dell’entropia siamo di fronte alla possibilità che ogni oggetto possa invertire il proprio flusso del tempo. E cosa comporta tutto ciò? Una serie di paradossi che scombinano verosimiglianze e rapporti di causa-effetto. Tecnicamente ineccepibile, mozzafiato, grandioso, “TeneT” ha i suoi maggiori punti di forza nello stile di regia, nel ritmo travolgente, nell’uso affascinante del montaggio (veramente centrale e allegoria del potere della macchina-cinema), in alcune belle scene d’azione (vedi su tutte l’esplosione all’aeroporto di Oslo o la missione finale nei territori dell’ex Unione Sovietica), nel crescendo sonoro e musicale, nelle atmosfere cupe (la fotografia di Hoyte van Hoytema) e nello script cerebrale dello stesso regista.
Dal punto di vista del “contenuto” però, al di là dell’affascinante teoria della causalità inversa di Feynman (un positrone è un elettrone che viaggia indietro nel tempo), il film cade in alcuni punti deboli (le assenti biografie e psicologie dei personaggi ad esempio, o una fredda piattezza generale – anche nel tono) e, soprattutto, pecca di mancanza di emozioni e riflessioni autentiche e profonde.
Per un’opera che vuole riflettere su destino e libero arbitrio, lo script e il film nel suo complesso, non affondano mai liberamente nell’aspetto sensoriale delle immagini in movimento, e mai in maniera espansa nell’approfondimento testuale. Restando purtroppo chiuso e limitato nella sua costruzione…
Ma resta una pellicola interessante e di qualità, e merita la visione.

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