“Tutti i giorni mi sveglio sapendo che più gente cercherò di salvare, più nemici mi farò. Ed è solo questione di tempo, prima che mi scontri con chi ha più poteri di quanti io possa sconfiggere.”
Per Peter Parker (Andrew Garfield) essere l’Uomo Ragno sembra come essere al Luna Park: avventure ogni giorno, inseguimenti mozzafiato, battaglia contro i nemici piu’ assurdi ma anche sempre piu’ pericolosi. Ma i piaceri difficilmente non convivono con i dispiaceri, in questo caso rappresentati dalla perdita dei genitori e dello zio, di cui sta ancora cercando di farsene una ragione, ma soprattutto il suo rapporto con la sua vecchia fiamma Gwen Stacy (Emma Stone), che ama profondamente ma da cui ha promesso di tenersi alla larga per evitarle i pericoli che la vita di Spider-Man inevitabilmente comporta. Mentre sta cercando di trovare un senso a tutto questo, arrivano nuovi problemi: Peter ritrova il suo vecchio amico d’infanzia Harry Osborn (Dane DeHaan), ritornato a New York dopo la morte del padre Norman (Chris Cooper), l’ex-presidente delle industrie Oscorp deceduto in seguito a una malattia rara e trasmettibile geneticamente, e quindi lo stesso Harry e’ destinato a patirne gli effetti; intanto fa la sua apparizione un nuovo nemico per Spider-Man, il terribile Electro (Jamie Foxx), un tempo il sociopatico Max Dillon impiegato alle industrie Oscorp, che in seguito a un misterioso incidente si e’ trasformato in un puro concentrato di elettricita’ che minaccia di arrostire l’intera citta’.
Mentre nel precedente capitolo si assiste alla genesi dell’Uomo Ragno come supereroe, in questo film, ancora una volta diretto da Marc Webb, si assiste alla sua definitiva affermazione dopo un processo di maturita’ svolto durante la pellicola, un processo simile a quello degli adolescenti verso l’eta’ adulta non esente da momenti esaltanti ma anche da autentici drammi che spingeranno piu’ volte il protagonista a interrogarsi sul suo futuro come supereroe ma anche come persona dotata di affetti a cui sente di non poter rinunciare ma che finira’ per perdere ugualmente e nella maniera piu’ dolorosa possibile. Il suo amico Harry, alla disperata ricerca di una cura per la malattia che minaccia di fargli fare la stessa fine del padre, si appella a Spider-Man perché lo aiuti, quando quest’ultimo si rifiuta dal momento che non intende ripetere gli errori del passato Harry gli giurera’ eterna vendetta, una vendetta che lo portera’ ad indossare le vesti di un altro arci-nemico dell’Uomo Ragno, quello di Green Goblin; ancora piu’ dura sara’ la perdita dell’amata Gwen, uccisa durante la resa dei conti finale come temeva il padre di lei e lo stesso Peter in un timore che finisce col trasformarsi in una premonizione destinata ad avverarsi, e in tutto questo e’ possibile rintracciare una amara ironia dal momento che Peter, con i suoi eccezionali poteri, e’ capace di salvare una intera citta’ abitata da persone che ignorano la sua vera identita’ ma egli sembra fallire ogni volta che cerca di salvare le persone a cui e’ personalmente legato. Forse l’unico legame davvero inscindibile di cui l’eroe dispone e’ proprio quello con New York, un legame di amore-odio (basta ascoltare i commenti radiofonici dei cittadini o i titoli dei giornali, divisi fra favorevoli e contrari).
L’amore-odio si riflette sull’altro grande personaggio del film, quello di Max Dillon-Electro, un tempo sfegatato fan dell’eroe mascherato e poi suo irriducibile avversario, un personaggio che sembra la reincarnazione di Rupert Pupkin, il protagonista del celebre film “Re per una notte” di Martin Scorsese: Dillon e’ un sociopatico con una fissazione per la principale celebrita’ di New York, al punto da riempire il suo appartamento di immagini di Spider-Man e a intrattenere conversazioni fittizie con quelle immagini come se fossero vere, sognando di essere, un giorno, amato e rispettato proprio come lui; quando pero’ si trasforma in Electro e scopre che la gente lo vede come un mostro, mentre rivolge i suoi applausi verso l’Uomo Ragno, allora l’ammirazione si trasforma in odio verso l’ex-modello che gli ha rubato la scena. La furia distruttiva con cui Electro si scatena contro tutto e tutti sembra spinta dalla stessa motivazione che anima il mostro del celebre romanzo “Frankenstein” di Mary Shelley, e l’incidente in cui Dillon si trasforma in Electro sembra ricordare la scena della nascita della creatura nella versione cinematografica del romanzo realizzata da Kenneth Branagh.
Marc Webb sembra dilettarsi nel costruire il percorso personale dell’Uomo Ragno attraverso un cine-fumetto che riesce a combinare le peculiarità del cinema con quelle del fumetto in una versione elettrizzante e con potenzialita’ che qui appaiono sia nelle scene delle battaglie che in quelle in cui si vedono i personaggi ripresi nella loro intimita’, prime fra tutte quelle con Peter e Gwen grazie alla particolare alchimia presente fra i due interpreti (non c’e’ da sorprendersi dal momento che fanno coppia fissa anche fuori dallo schermo). C’e’ solo da augurarsi che si riesca a mantenere questo stile anche nei successivi capitoli.
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