Dopo esattamente un anno dall’uscita della “Teoria del tutto”, Eddie Redmayne torna a deliziarci con la sua recitazione pulita, istrionica, elegante. La sua performance merita un 110 e lode e un oscar (sarebbe stato il secondo consecutivo come Tom Hanks, vincitore nel ’95 e ’96 con Philadelphia e Forrest Gump) non pervenuto, però, solamente a causa della “promessa” fatta dall’Academy a Leonardo Di Caprio. Nel film di Tom Hooper (Il discorso del re) l’attore britannico si cala nei panni del primo transessuale della storia o perlomeno il primo ad essere stato apostrofato con questo appellativo, si tratta di Einar Wegener/Lili Elbe, artista danese, finito sotto i riflettori dell’opinione pubblica non solo per le sue opere, ma soprattutto per le sue tendenze, ritenute moralmente “illegali” quanto “trasgressive” nella Danimarca degli anni venti, così come in tutto il mondo ed anche per essere stato il primo a tentare un intervento chirurgico per cambiare sesso. L’ambiguità sessuale era riconosciuta, in quegli anni, come una vera e propria malattia mentale dovuta a disfunzioni cerebrali, che costringeva chi ne possedeva le caratteristiche a mascherarla e a reprimerla per non finire sulla gogna sociale o al manicomio. La sua storia commuove e riesce a toccare le corde anche più dure, del nostro animo, specialmente grazie alla bravura, sia del già citato sopra Eddie Redmayne, che di Alicia Vikander (Burnt), autrice di un’interpretazione stellare nei panni di Gerde Wegener, moglie di Einar/Lili. Un animo forte, rispettoso ma al tempo stesso dolcissimo e ricco di sensualità quello mostrato dalla Vikander, comprensiva all’estremo nei confronti di un marito che la amava in un modo diverso dal suo. La trama del film affronta le varie tappe della vita del protagonista e di sua moglie, i disagi affrontati, le pulsioni represse e assecondate, così come le inevitabili discordanze all’interno della coppia, fino alla resa di una scelta drastica quanto coraggiosa e di un amore concreto, viscerale verso il proprio partner. Questa storia ci lascia leggere fra le righe la profonda realtà verso un tema così delicato come l’ambiguità sessuale, così come qualsiasi altra forma di diversità e il distacco che ne comporta dalla coscienza sociale, da parte di tutti coloro che la vivono in prima persona e non solo, dovendo lottare contro i pregiudizi di una fetta ignorante della società che li spinge a sopprimere la propria natura e a tarpare le ali della loro libertà.
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