Ecco un nuovo film sulla box, argomento amato, ma abusato dai produttori di Hollywood che dal sudore, il sangue e i muscoli dei pugili hanno pescato capolavori (Rocky, Million dollar baby, Toro scatenato, The Hurricane) e abomini (gli altri Rocky dopo il primo e film innominabili). A quale categoria appartiene The Fighter? Diciamo che non è un capolavoro, anzi, diciamo che per certi versi siamo rimasti delusi. Buon film, certo, sporco quanto basta, violento fisicamente ed emotivamente, con un manipolo di bravi attori (i premi Oscar Melissa Leo e Christian Bale su tutti) e ottime riprese. Storia semi-vera dei fratellastri Micky Ward (Mark Wahlberg) e Dicky Eklund (Christian Bale) che fra i disadattati di origine Irlandese cercano un riscatto alla miseria a cui sarebbero destinati, tirando di pugno e masticando dolore e rabbia. Un altro film sulla resurrezione sociale, sulla famiglia, sul cameratismo fraterno. Il poco produttivo David O’Russell (Amori e disastri, Three Kings) ci regala questo ennesimo spaccato di periferia senza sogno Americano, dove la boxe è l’unica flebile speranza di uomini dall’animo ruvido. Vero è che quest’anno i migliori film (a parte Inception) sono usciti nel finale di stagione pre-Oscar, quindi dopo i vari Grinta, Cigni neri, Re balbuzienti e Inverni gelidi, questo The Fighter appare più piccolo di quanto, probabilmente, è, perdendo nell’inevitabile confronto. Da vedere una seconda volta e con una pinta di Guinness nella mano. (scritto anche su Cinematra Blog)
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