The Founder: la recensione di Mauro Lanari
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The Founder: la recensione di Mauro Lanari

The Founder: la recensione di Mauro Lanari

“The American dream” com’incubo, un biopic sul capitalismo moderno fra l’epoca de “Il Petroliere” e “Citizen Kane” e quell’odierna su “I pirati di Silicon Valley” da “The Social Network” a “Steve Jobs”, in cui qualità e dipendenti vengono sempr’e solo dop’il Dio profitto, qui plasticamente rappresentato da un Michael Keaton in grande spolvero, rilanciato da ‘Birdman’ e ‘Il caso Spotlight’, quasi magnetico nel ruolo di questo detestabile personaggio dalla lingua biforcuta e dalla sfacciata perseveranza, emblema del successo d’agguantare costi quel che costi. […] La cinica e dettagliata sceneggiatura di Robert Siegel ricostruisce la storia sul ‘fondatore’ del 9° brand più famoso al globo, ai più sconosciuta e proprio per questo dannatament’intrigante. Il resto del cast viene tenut’all’ombra del protagonista e a pagarne più di tutti le conseguenze è l’immensa Laura Dern, prima moglie di Croc a cui Hancock e Siegel affidano pochi minuti d’imbarazzato, depressivo ma dirompente silenzio. A pesare sul racconto la mano troppo poco incisiva, nel finale persin’ambigua, d’un regista probabilmente telecomandato da Harvey Weinstein nel soppesare col bilancino qualsiasi possibil’eccesso.”

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