Sulla decodifica del principale sistema di cifratura nazista non esiste solo già il film d’Apted “Enigma” del 2001, ma pure una sfilza di documentari da “History Channel” a “Focus”. Tuttavia Tyldum adatta una biografia in cui l’enigma si riferisce a Turing stesso, al suo test per cercare di distinguere il pensiero umano da quello artificiale e al suo specifico problema di dar valore alla sfuggente diversità della mente d’ogni singolo individuo(*). Ciò fornirebbe una plausibile spiegazione alla struttura diegetica non lineare, una storia raccontata su tre piani cronologici che, tra flashback/analessi e flashforward/prolessi, rendono il protagonista un rebus/cruciverba da risolvere. “The Imitation Game” è lo spunto d’inizio del suo articolo pubblicato nel 1950 su “Mind”, dove propose il criterio ch’oggi porta il suo (cog)nome, e di nuovo Tyldum l’applica anzitutto a Turing, il quale fu costretto a imitare la normalità per nascondersi come spia e come omosessuale. Un’opera insomma i cui vari e disparati elementi alludono sempre a una qualche sfaccettatura del personaggio interpretato da Cumberbatch. Cinema dunque non sperimentale ma nemmeno piattamente e convenzionalmente tradizionalista per compiacersi i favori dell’Academy, anzi mi spingo più in là: è la prima volta che vedo il plot arriagano a puzzle/incastro/mosaico usato non per complicare vicende altrimenti semplicistiche bensì per delineare una soggettività così complessa da esigerlo. Le numerose inesattezze storiche (elencate su Pedia inglese[**]) non sminuiscono il fascino intrinseco di questa figura: la reinventano togliendo tanto quant’aggiungono. A es. brillante l’idea d’umanizzare la macchina e sconvolgente la questione etica sollevata dal dirigere la guerra disumanizzando noi, cioè decidendo di vite e morti sulla base d’algoritmi matematico-statistici. Omessi invece la ginecomastia causata dalla castrazione chimica tramite assunzione d’estrogeni (simile al Meat Loaf di “Fight Club”) e il decesso provocato mangiando una mela avvelenata con cianuro di potassio sulla falsariga di Biancaneve, fiaba da lui apprezzata sin da bambino. Troppo macchiettistico stile “Rain Man” o il Nash di “A Beautiful Mind”? Ma nel contesto scientifico si potrebbero pescare outsider un po’ ovunque, dal Boltzmann osteggiato e suicida ai Mendel e Frege così ignorati in vita che per la frustrazione interruppero o abiurarono i loro studi, dal Cantor afflitto da molteplici disturbi “nervosi” e più volte ricoverato in cliniche psichiatriche a Gödel, altro suicida per inedia dovuta a ipocondria, fobia e paranoia. Lo script del film fu inserito nel 2011 nella blacklist delle migliori sceneggiature non prodotte a Hollywood, eppure con biopic di questo calibro è impossibile steccare. 90% su RT(***) e ci sta sino alla 159.000.000.000.000.000.000 combinazione. “Forte, trionfante e tragico, il film può essere su un uomo che ha cambiato il mondo, ma è anche sul mondo che ha distrutto un uomo.”
*”Sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose quelle che fanno cose che nessuno può immaginare.”
**https://en.wikipedia.org/wiki/The_Imitation_Game#Historical_accuracy
***http://www.rottentomatoes.com/m/the_imitation_game/