visto in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, mi è sembrato un’ottima apertura per il festival “capitolino e popolare”…il film è intenso ed intimo. esplora il lato umano di un’eroina contemporanea (allo stesso tempo d’altri tempi) e della sua famiglia (in particolare il tenero marito, così come interpretato da un brillante David Thewlis), che con lei matura e condivide (non senza difficoltà) scelte estreme, quasi impossibili per chi (come me del resto) non è più socialmente abituato ad abbracciare cause di interesse collettivo. toccante (ma, ammetto, per me non commovente) la scena in cui Suu affronta la materialità del dolore personale. Ispirata e suggetiva la scelta delle frasi che fanno “da tappezzeria” alla casa e che sono sì l’esperienza tangibile della libertà delle idee e della forza della non violenza. secondo me, il film va visto perchè è doveroso, come afferma Aung San Suu Kyi, “usare la nostra libertà per promuovere la loro”…
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