Highlander Vin Diesel contro le streghe. Solo questo dovrebbe bastare per inquadrare The Last Witch Hunter all’interno di quell’intrattenimento testosteronico di cui la star di Fast & Furious è uno dei massimi rappresentanti. E invece il film di Breck Eisner colpisce anzitutto per una cosa: il ritmo piuttosto lento.
Il film, per la verità, parte forte, con Kaulder, il cacciatore di streghe di Diesel, che uccide la Regina delle incantatrici, che a sua volta, prima di morire, lo maledice con l’immortalità. Un salto di svariati secoli, dunque, ci porta ai giorni nostri, in cui umani e fattucchiere cercano di conservare la pace grazie al potere della Chiesa e a un tribunale di maghi che spedisce in una prigione infernale chiunque utilizzi le arti magiche per scopi malvagi. Ma qualcuno ha intenzione di rompere l’equilibrio riportando in vita la superstrega, e – paradossalmente – è proprio quando inizia il conflitto che la storia alza il piede dall’acceleratore, concentrandosi più sui flashback onirici del protagonista (nel suo passato c’è la chiave per neutralizzare il Male) che sull’azione vera e propria. Va bene l’introspezione, ma qui non è l’elemento fondamentale.
Vin Diesel, dalla sua, sguazza in un’estetica da fantasy gotico con venature horror e atmosfere che ricordano vagamente quelle di Constantine (il fumetto, non la serie tv), poiché Kaulder agisce anche come una sorta di detective e la sua reputazione è ben nota nel mondo dell’occulto. È un personaggio solitario con caratteristiche da supereroe, capace di rigenerarsi come un Wolverine qualsiasi, e alla star di Fast & Furious calza a pennello. Però, anziché esprimere al massimo le potenzialità dell’eroe e dell’immaginario in cui è inserito, The Last Witch Hunter si trattiene – per intenderci, non è abbastanza “tamarro” -, e cade in una serie di stereotipi che avrebbe benissimo potuto evitare (è dai tempi de Il gladiatore che, quando il protagonista perde i suoi cari, immagina di riunirsi a loro in un campo di grano paradisiaco). Anche durante lo scontro finale si ha la sensazione che dinamiche e scenari possano essere molto più apocalittici e i twist narrativi meno banali: tutto si risolve troppo in fretta e il divertimento, che poi è quello che il pubblico cerca in questo tipo di prodotti, scema. Problemi non da poco anche per l’eventuale futuro, dato che il film pare essere il primo capitolo di una nuova saga.
Nota di merito per Rose Leslie, volto noto ai fan del Trono di Spade (era Igritte, l’amore di Jon Snow): la sua è una delle streghe più attraenti mai apparse su grande schermo.
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Mi piace:
L’immaginario gotico del film, la presenza scenica di Vin Diesel e Rose Leslie, perché… è Rose Leslie.
Non mi piace:
Il ritmo troppo lento e uno scontro finale deludente.
Consigliato a chi:
Ai fan di Diesel e dei fantasy dark.