John Reid (Armie Hammer), procuratore distrettuale e incorruttibile uomo di legge, torna nel vecchio paesino del west dal quale era partito dopo essere stato in città per studiare e crescere come individuo. Torna anche per assicurare alla legge il famoso criminale Butch Cavendish. Sfortunatamente le cose vanno in maniera diversa e John, oltre a perdere il fratello, rischia la propria, stessa, vita. Praticamente spacciato, il giovane viene salvato dall’indiano Tonto (Johnny Deep) e da un cavallo bianco. I tre formeranno una squadra strampalata col fine di assicurare, nuovamente, la giustizia in paese e sanare alcuni conti aperti col passato.
Male, male, male.
Il trio che portò alla luce ‘Pirati dei caraibi’ si riunisce per estorcere altri soldi al pubblico mondiale.
Jerry ‘Spacco tutto’ Bruckheimer alla produzione, Gore Verbinsky alla regia e Johnny Deep nei panni dell’indiano Tonto.
Il risultato è un’insulsa epopea senza ragione d’essere, della durata di quasi tre ore. Un calvario per il quale dovrebbe venire pagato lo spettatore invece di alleggerire il portafoglio e fracassarsi le “……”, ci siamo capiti.
Il film è un insieme di stereotipi e trucchetti narrativi di quart’ordine, tanto che l’inghippo dal quale scaturisce tutta la faccenda si intuisce dopo mezz’ora.
In un paio di intermezzi si abbozza un sorriso (un paio. Abbozza. Tre ore ci siamo capiti, parte seconda).
Armie Hammer funzionerebbe meglio come modello dei A&F e lo stesso Johnny Deep pare chiedersi cosa diavolo lo abbia spinto a partecipare (è anche produttore) ad un film del genere.
Personalmente negli ultimi 40 minuti mi sono riavvicinato molto al Signore, supplicandolo di mettere fino al supplizio al quale stavo assistendo.
Noia, insulsaggini varie, giusto la colonna sonora si salva in alcuni arrangiamenti ma è davvero troppo poco.
Anche gli ottimi (solitamente) comprimari Helena Bonham Carter e Tom Wilkinson annaspano fino ad annegare senza pietà.
Più che ‘Ranger solitario’ è lo spettatore a ritrovarsi solo e disperato.
Questo film ha un merito: far capire che c’è qualcosa di ben peggiore della morte.
Il commento finale è duplice e lapidario: “Grazie Signore ma che due palle !!!!”
Voto: 4 (perché nutro simpatia per il caro vecchio Johnny)
Fine
JL