The Master: la recensione di Stefano94
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The Master: la recensione di Stefano94

The Master: la recensione di Stefano94

VOTO: 9/10
Freddie Quell è il protagonista di questa fantastica storia. Di ritorno dalla seconda guerra mondiale si ritrova pieno di problemi al sistema nervoso, e nemmeno le cure dell’esercito lo aiutano. Si mette a fare il fotografo, ma i suoi appetiti sessuali e la sua dipendenza dall’alcool gli fanno perdere a più riprese la retta via. Una sera, dopo una sbronza dovuta ad uno dei suoi cocktail casalinghi, si ritrova clandestino su una nave, senza sapere come ci sia arrivato. A bordo della nave incontra il capitano Lancaster Dodd, fondatore di un gruppo chiamato “La Causa”. Freddie diventa dapprima amico poi braccio destro di Lancaster, accompagnandolo ovunque e difendendo con le unghie e con i denti le sue idee. Tutto sembra andare per il meglio, ma la natura animale e istintiva di Freddie non esiterà a riemergere.

Il film, diretto da Paul Thomas Anderson nel 2012, è il mix di molte storie vere. Il regista stesso ha affermato che la storia riprende parzialmente dalla vita di Lafayette Ron Hubbard, fondatore di Scientology e dalla vita di John Steinbeck. In più ha deciso di utilizzare in questo film molte scene inutilizzate in Il Petroliere.

La psicologia dei personaggi è molto complessa. A cominciare proprio da Freddie. Un animale in preda ai suoi istinti. Schiavo del sesso e dell’alcool, lo vediamo fin dalle prime scene (in cui violenta una costruzione di sabbia) come una bestia più che un uomo. Dal suo incontro con Lancaster però la sua vita inizia a cambiare. Il capitano della nave infatti, con tutta la sua dottrina riesce a tratti a rendere “civilizzato” Freddie. Attraverso terapie introspettive e strani esperimenti sensoriali Lancaster cerca di renderlo uomo, facendogli abbandonare la sua natura animale. La potenza degli istinti però ha la meglio su Freddie, che alterna stati di calma a stati di ira e autolesionismo. Questo sarà il fulcro dell’amicizia tra i due. Il capitano Lancaster poi è un altro grande personaggio di questo film. Sempre calmo, tutti lo rispettano. Lo vediamo cantare e ballare sbronzo alle feste e poi lo vediamo tuonare se qualcuno mette in discussione le sue idee. Per ultimo ma non per importanza spicca poi Peggy Dodd, moglie di Lancaster, vicina al marito con le idee e spesso sprezzante della figura di Freddie, che lo vede indegno dell’aiuto che il marito gli sta offrendo.

Nei panni di Freddie c’è un magnifico Joaquin Phoenix, che per la sua fantastica interpretazione si è meritato nomination agli Oscar, ai Goldn Globe e al Premio BAFTA come miglior attore protagonista. Ha vinto però la Coppa Volpi al Festival del Cinema di Venezia. Non sono da sottovalutare Philip Seymour Hoffman e Amy Adams, che hanno vinto rispettivamente una Coppa Volpi e il premio come miglior attrice non protagonista per il Chicago Film Critics Association.

A scrivere la colonna sonora per il film torna Jonny Greenwood, il chitarrista dei Radiohead che già aveva collaborato con Anderson per le musiche de Il Petroliere.

Un grande film, diretto da un grande regista e con un grande cast. Un film profondo, che porta a riflettere su un interrogativo importante, una domanda che anche il capitano Lancaster porrà a Freddie: “si può vivere senza un maestro?”

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