The Nice Guys: la recensione di Donato Prencipe
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The Nice Guys: la recensione di Donato Prencipe

The Nice Guys: la recensione di Donato Prencipe

Shane Black, lo sceneggiatore di una delle pellicole d’azione per eccellenza, Arma Letale, sbarca al cinema, in qualità di regista, anni dopo quel successo targato Mel Gibson e Danny Glover, sfoderando una nuova commedia sul genere poliziesco: The Nice Guys. Il regista statunitense, dopo aver debuttato alla regia con Kiss Kiss Bang Bang e sbancato i botteghini americani con Iron man 3 torna alle origini reclutando, per questo film, una coppia d’attori in cima al castello di Hollywood. Si tratta di Ryan Gosling e Russel Crowe, i quali interpretano due ruoli distanti nei modi ma uniti nella sostanza. Il primo, Holland March, è un investigatore privato depresso, vedovo, attanagliato dai sensi di colpa e con una figlia adolescente, che viene assunto dalla signora Glenn per ritrovare sua nipote, la pornostar Misty Mountains, rimasta uccisa, però, in un incidente anomalo pochi giorni prima, anche se la signora ritiene di averla rivista, rincasare, dalla finestra di casa sua. Il secondo, Jackson Healy, invece, è un picchiatore vecchia maniera, assoldato da una ragazza, Amelia, per non essere rintracciata da alcuni tizi. I due si ritrovano dopo che Holland comincia a ricercare Amelia, credendo lei la persona vista dalla signora anziana nel suo appartamento e per lo più anch’essa coinvolta, come Misty, nello stesso porno video amatoriale. Dopo alcune “incomprensioni” i due iniziano a lavorare insieme al caso, assunti dalla madre di Amelia, Judith Kutner (Kim Basinger). Il film, ambientato in una Los Angeles degli anni ’70, cerca di seguire quella scia che tanta fortuna aveva dato a quel genere di commedia poliziesca, anche se stenta del tutto a decollare. A tratti è un po’ noioso, manca di quella verve che tanto bene faceva a questo genere di film, comprese le scazzottate, le sparatorie e gli inseguimenti, i quali non sembrano rappresentare in toto l’idea iniziale, difatti scemando sempre più in un epilogo più scontato che improvvisato e finendo col preannunciarci, molto probabilmente, anche il solito seguito senza fine. Il trailer ha creato troppe aspettative che poi la visione del film stesso non ha mantenuto, le scene divertenti del trailer sono le uniche più esilaranti, salvo qualche altra battuta ad effetto ed un modus operandi trito e ritrito.

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