Direi che il messaggio di questo film potrebbe essere: “State sempre attenti a ciò che scrivete, perchè potrebbe ritorcersi contro di voi!”
Questo è quello che è accaduto in questo riadattamento fantasioso della vita di Edgar Allan Poe.
Lo scrittore torna nella sua città, Baltimora, dopo aver scritto diverse storie che lo hanno reso famoso, per lo più per gruppi di nicchia.
Sembra però che qualcuno sia rimasto particolarmente colpito dalle sue opere, tanto che decide di realizzare nella realtà gli omicidi raccontati da Poe – si scoprirà poi che questo è stato solo un modo per spronarlo a scrivere ancora e a superare il suo “blocco dello scrittore”.
Il detective Fields è l’incaricato del caso e molto presto capisce il legame fra gli omicidi e le opere dello scrittore. Questo lo porterà infatti inizialmente a sospettare di lui, e poi a chiedergli aiuto, soprattutto dopo che la promessa sposa di Poe è stata fatta prigioniera dal serial killer.
Come sempre il male arriva da chi meno ci aspettiamo, ma questa volta la soluzione del caso non è resa così banale come la maggior parte delle volte.
Il film si sviluppa intrecciando scene truculente, romantiche, piene di pathos, inquietanti e piene si suspance.
Lo spettatore viene coinvolto nelle indagini per tutto il tempo del film e non gli viene mai lasciata la possibilità di annoiarsi. Fino all’ultimo non si capisce con chiarezza chi sia il colpevole e si viene portati a sospettare di tutti.
E’ inoltre affascinante pensare che il finale (per intenderci, l’ultima scena di Poe) faccia riferimento a ciò che è successo nella realtà e come da questo sia stata creata una magnifica storia di sangue e passione.
Film assolutamente consigliato alle persone a cui piacciono i thriller non banali e che tengono col fiato sospeso fino all’ultimo istante.
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