The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 1: la recensione di aslan81
telegram

The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1: la recensione di aslan81

The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1: la recensione di aslan81

In scena il primo atto dell’ultimo capitolo della saga che ha appassionato lettori in tutto il mondo.
Questa volta sembra che finalmente la sceneggiatrice Rosemberg sia riuscita a soddisfare, se non tutte, molte delle aspettative dei fan più accaniti e, merito soprattutto della regista B. Condon , si assista al migliore dei film tratti dalla nota quadrilogia. Sicuramente ha giovato la scelta della divisione in due parti, dando in questo modo la possibilità di mostrare con maggiore accuratezza lo sviluppo dei temi principali e la crescita dei protagonisti. Matrimonio, maternità, consapevolezza delle proprie responsabilità: siamo sì in una realtà fantasy, ma i valori restano quelli veri di tutti i giorni e vengono mostrati in tutte le loro sfaccettature senza sconti anche per un pubblico giovane. La gioia delle nozze e della luna di miele sono evidenziate da sequenze fluide, temi caldi, musica romantica ( alcuni brani sono ripresi dal primo film, come per essere una continuità narrativa), si alternano momenti divertenti a scene più emozionali. Il registro cambia di tono dalla scoperta della gravidanza: l’urgenza, le preoccupazioni, la rabbia, le frustrazioni che derivano dalle scelte compiute dai personaggi vengono mostrate in scene sempre più cupe, veloci, la musica diviene essa stessa quasi un personaggio, prendendo sempre più spazio fino al culmine che avviene nella lotta tra i vampiri e i lupi. Poi di nuovo la calma, la luce: la nascita di una nuova vampira.
I personaggi sono costretti a crescere e ad accettare i risvolti delle loro decisioni, devono maturare. E’ una maturità riportata sullo schermo da attori oramai calati profondamente nelle loro parti .
Nel complesso un film che riesce a catturare le attenzioni e le emozioni dello spettatore, capace di sorprendere anche chi conosce la storia a memoria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA