The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 1: la recensione di Luca Ferrari
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The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1: la recensione di Luca Ferrari

The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1: la recensione di Luca Ferrari

L’eternità è il nostro imprinting

“Non sono nato per seguire te né nessun altro”, è l’urlo del licantropo Jacob Black contro il capobranco Sam Uley. Il giovane è deciso a tutto, anche di mettersi contro la sua “gente” pur di difendere l’amore non ricambiato della sua vita. Lotterà insieme ai suoi presunti nemici pur di difendere chi conta di più nella propria vita. Una dolce e decisiva metafora per capire chi ci vuole stare davanti, e chi invece cammina al nostro fianco. “The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1” (2011) racconta un mondo dove non ci sono più le scaramucce adolescenziali tra Edward (Robert Pattinson) e Jacob (Taylor Lautner). Adesso in ballo c’è molto di più. C’è la vita stessa. Un’esistenza presente (Bella, Kristen Stewart), e una sempre più pressante pronta a nascere. C’è la coscienza di lottare per qualcosa (qualcuno) fino in fondo. Qualcosa dentro di noi che non si piegherà davanti a niente e nessuno. Un matrimonio bucolico per Bella Swan ed Edward Cullen, dove il padre della sposa incarna alla perfezione il classico genitore maschio che vede ancora la figlia cresciuta come una bambina piccola con le lentiggini (Steve Martin docet). La luna di miele nelle acque paradisiache brasiliane sono una parentesi poco intonata. La storia prende corpo quando i fiumi, notte e boschi tornano a essere da padroni. C’è un po’ di luna piena di troppo. È sempre lì. Irrealistica quanto abusata (necessaria?). Nessun colpo di scena per ora in questo primo episodio. Per il definitivo finale della saga di Twilight bisognerà aspettare ancora un anno. Per il momento si fa strada l’eternità, tra un drink sanguigno e una toccante e Polanskiana immagine di Bella, sempre più deperita, che si guarda allo specchio. Un po’ “The Crow” (1994). Un po’ “Titanic” (1997). The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1 vive il suo presente fatto di dolorosa sopravvivenza e amore vero. Dove “l’infanzia è il regno in cui nessun muore”. Dove si comincia con il “per sempre”, e il futuro semplicemente è.

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