Breaking Dawn, il primo film che si è attenuto al libro, ha suscitato stati d’animo controversi: se da una parte abbiamo potuto osservare un movimento lento e melenso delle scene del matrimonio, dall’altra alcune scene splatter interrompevano la quieta sequenza del film, ad esempio il sogno di Bella la sera prima del matrimonio o la nascita di Reneesme.
Un filo conduttore che attaversa tutto il film è stato il tema “famiglia”: un branco costretto a separarsi dopo la ribellione di Jacob, la famiglia umana di Bella tenuta all’oscuro di tutto ciò che accade e la famiglia dei Cullen e la consapevolezza di un nuovo membro della famiglia da difendere.
La scena tanto attesa è giunta: l’amore fra Ed e Bella coronato dalla loro prima notte di nozze. A causa del limite d’età, forse la scena non ha rispettato le aspettative di tutti, ma già nel libro la scena non veniva affatto descritta nei dettagli, bensì lasciava questo compito alla fervida immaginazione del lettore. Anche in questo, quindi, penso che la pellicola abbia rispettato il filone voluto dalla Meyer.
L’attaccamento di Rosalie al feto, anzi al “bambino”, rende certamente meglio della storia, non descritta nel film, che lega Leah a Sam.
L’imprinting fra Jake e la bimba e stato trattato con delicatezza, come se lui, inginocchiandosi al cospetto di quei suoi occhi favolosi, avesse capito realmente che non era la “forza di gravità a tenerlo attaccato al mondo, ma LEI”.
La trasformazione di Bella ha lasciato tutti col fiato sospeso, fino all’ultimo momento, abbastanza prevedibile, nel quale Bella mostra i suoi occhi color rubino.
E’ infine da sottolineare la “musica”: melodie contemporanee contrapposte ad alcune risalenti a Twilight come la Ninna nanna e quella del ballo della scuola, tanto da ricercare dei flash back non solo con le immagini, come è stato egregiamente fatto, ma anche con melodie che non sono affatto sfuggite.