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The Ward: la recensione di Frenck Coppola

The Ward: la recensione di Frenck Coppola

Serata di cinema dedicata all’horror classico del maestro John Carpenter con la visione del suo ultimo film The Ward – Il Reparto, la scelta è ricaduta su una voglia di brivido che da un pò manca sulla mia pelle, la paura, la suggestione sono emozioni che servono a creare quella voglia di curiosità che negli horror spinge la gente a sperare che tutto vada alla fine per il verso giusto, che il bene trionfi sul male.
John Carpenter dopo una piccola deviazione sul suo percorso professionale con film action come Fantasmi da Marte e Fuga da Los Angeles torna all’ovile con un horror e tutti compreso me ci aspettavamo un grande risultato, la pubblicità per The Ward a dire la verità non è stata tanto entusiasmante, ma non sempre la pubblicità fatta ad un film porta grandi risultati alla fine, perciò era logico andare controcorrente e sperare nel classico brivido che corre sulla schiena come solo un bel terrificante horror può fare.

La sceneggiatura del film abbastanza ben curata pecca però in originalità, tanto da somigliare a più film visti in passato e addirittura nella seconda parte del film ad uno in particolare, chi mi legge sa che io non ho mai amato gli spoiler e proprio per questo non vi dico a quale film The Ward può essere paragonato, soltanto dicendovi il titolo capireste come va a finire, tutto questo preambolo va alla fine riassunto in un bel plagio che mette una pietra tombale all’effetto sorpresa che in un horror colui che lo guarda si aspetta.
Il cast assolutamente non all’altezza toglie ulteriori punti al risultato finale, l’unica a salvarsi con riserva però è proprio la protagonista Amber Heard che non brilla come dovrebbe in recitazione nonostante il grande talento che la investe in questi anni, il resto del cast pressochè sconosciuto farcisce una torta già mangiata senza mai trasformarsi però nella ciliegina che grazia l’aspetto della torta stessa, Jared Harris, prossimo villain in Sherlock Holmes 2, si limita ad un ruolo marginale restando troppo all’esterno di una storia che avrebbe potuto interessarlo di più, ma il tutto fatto per motivi di copione, il resto delle ragazze Lyndsy Fonseca, Danielle Panabaker e Mamie Gummer troppo lontane dall’essere astri nascenti.
Il livello di suspence è abbastanza sufficiente, in molte scene infatti si riesce a percepire una certa tensione nello sperare che il cattivo non faccia il suo lavoro e gli effetti sonori, classici di un horror, regalano bei salti al piccolo gruppetto di spettatori giunti ieri al cinema, eravamo infatti in sala appena 20, l’ambientazione negli anni 50-60 e i temi trattati sulla psiche umana e gli esperimenti messi al bando negli anni, ricordano molto da vicino il mio ultimo film recensito, Sucker Punch di Zack Snyder, quindi anche su questo poca originalità della sceneggiatura scritta dai fratelli Rasmussen, in definitiva il film poteva e doveva dare di più, il regista John Carpenter da buon fautore di storie agghiaccianti nel proprio curriculum come Villaggio dei dannati, Il seme della follia ed La cosa avrebbe dovuto imprimere di più la sua impronta, il mio giudizio finale è molto basso tanto da non consigliare la visione del film o al massimo attendere che venga trasmesso dalla tv via cavo per passare una serata un pò più peperina.

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