Lisa Gray (la Lauren LaVera di Terrifier 2), una restauratrice d’arte americana, viene chiamata dalla duchessa Emma Malvisi (Claudia Gerini) a eseguire un lavoro di restauro nel suo antico palazzo, in un piccolo paese italiano, Sambuci, vicino a Tivoli. Ad attenderla c’è un dipinto medievale da riportare al suo antico splendore il cui autore, Arcano (nomen omen) è un artista del 1500 non così noto ma assai apprezzato dagli intenditori per la sua maniera di dipingere l’ignoto. Sarà l’inizio di una lenta ma agghiacciante e inesorabile discesa agli inferi, visto che la dimora ospita, sul fondo di un pozzo, un mostro che ne mette a ferro e fuoco i sotterranei, dove sono stati fatti prigionieri dei giovani ricercatori…
Con The Well, il musicista e regista italiano Federico Zampaglione torna al furore di un cinema horror vissuto come passione totale per l’artigianato di genere, in grado di scomodare i peggiori incubi fisici attraverso le sue immagini e di spingersi senza troppi complimenti nei territori del torture porn. Il film è sostanzialmente diviso tra l’eleganza della magione, in cui il mestiere della protagonista riecheggia a chiare lettere La casa delle finestre che ridono di Avati, e un sottosuolo nel quale si consumano le peggiori aberrazioni fisiche e delle indicibili sevizie, come fossimo dentro un nuovo capitolo di Hostel di Eli Roth, già modello di una precedente regia di Zampaglione, Shadow.
Appare chiaro come il cineasta intenda lavorare su questo doppio registro per coniugare due tradizioni nobili, il gotico italiano e lo slasher americano, e dimostra come l’horror possa essere un genere in grado di sopravvivere a se stesso e al mutare delle pratiche industriali grazie soprattutto alla sua capacità di continuare a riciclare immaginari e citazioni con passione totalizzante, così da tracimare rispetto a qualunque rigore o bon ton. In tal senso, e intendendo il citazionismo come fondamentale categoria dello spirito e strumento di sopravvivenza merceologica ancor prima che identitaria, l’ambientazione negli anni ’90 è perfettamente consapevole e The Well il film più limpido e schietto di Zampaglione ma anche quello più crudo, feroce ed estremo, senz’altro il meno disposto a scendere a compromessi quando si tratta di premere sul pedale dell’abbrutimento.
Lo vediamo bene col boia (il bodybuilder Lorenzo Renzi, ingrassato di 20 chili per il ruolo), che trucida le sue malcapitate vittime con suoni simili a respiri mozzi, a rantoli soffocati da bestie agonizzanti. Laddove le immagini mostrano com’è giusto che sia anzitutto dei corpi martoriati, senza risparmiare organi e interiora, il lavoro sul sonoro amplifica l’orrore su un piano ancora più ancestrale ed animalesco, amplificando così anche la componente esoterica di ciò che non vediamo e che è destinato a rimanere preda dell’ignoto e dell’inconoscibile, come si conviene a ciò che di misterioso e sconcertante resta fuori campo rispetto alla letteralità di ogni massacro.
The Well, debitore di antichi maestri del cinema del terrore italiano come Lucio Fulci e Riccardo Freda, intavola un costante dialogo tra il sopra e il sotto, essendo un film che usa il pozzo come archetipo ancestrale di verticalità e dunque di crollo e abbandono verso l’abisso. Con in più una protagonista che è un’eterna, ennesima re-incarnazione della Suzy Bannion di Suspiria di Argento, pur chiamandosi come la protagonista di Lisa e il diavolo di Mario Bava, e delle scream queen di contorno che si dimostrano all’altezza della situazione come la nobildonna interpretata dall’ex compagna Claudia Gerini e Linda Zampaglione, loro figlia oggi appena adolescente. Il film esce in sala in Italia col VM 18, a riprova di come Zampaglione non si sia fatto mancare nulla, ma le sue vendite in 104 paesi dicono molto del suo valore intrinseco.
Foto: Iperuranio Film
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