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The Witcher: la caccia ai mostri continua nella seconda stagione. La recensione dei primi episodi

Le vicende di Geralt di Rivia tornano su Netflix dal 17 dicembre 2021

The Witcher: la caccia ai mostri continua nella seconda stagione. La recensione dei primi episodi

Le vicende di Geralt di Rivia tornano su Netflix dal 17 dicembre 2021

the witcher
PANORAMICA
Regia (2)
Interpretazioni (2.5)
Sceneggiatura (2.5)
Fotografia (3.5)
Montaggio (3)
Colonna sonora (3)

La seconda stagione di The Witcher, serie tratta dai libri di Andrzej Sapkowski e dalla fortunata saga di videogiochi della CD Prokect, arriva su Netflix il 17 dicembre e riporta i fan esattamente dove li aveva lasciati due anni fa.

Lo strigo Geralt di Rivia (Henry Cavill) ha finalmente incontrato Ciri (Freya Allan), la principessa di cui è destinato a diventare padre putativo. Spetta a lui proteggerla e al contempo insegnarle a difendersi nel Continente, dove mostri e creature non sono gli unici pericoli da cui doversi guardare le spalle. Proprio la costruzione del loro rapporto è centrale nei primi nuovi episodi visti in anteprima, arricchiti da sotto-trame dedicate a vecchi personaggi come Yennefer di Vengerberg – l’interesse amoroso di Geralt – e anche a nuovi come Vesemir (Kim Bodnia), mentore dei Witcher e protagonista del ben riuscito spin-off animato Nightmare of the Wolf.

Anche per questa seconda stagione il contenuto è quanto di meglio i fan dei libri e dei videogiochi possano sperare di avere: la lore e l’impegno di Cavill nella parte sono perfetti e pienamente immersivi, così come resta ben centrata l’allegoria uomo-mostro. Il sotto-testo narrativo è infatti un costante richiamo orwelliano alla difficoltà di distinguere gli uni dagli altri: oltre a creature come leshen, bruxe e molto altro, è la stessa crudeltà dell’uomo a rendere così violento e senza pace il Continente. Tutto questo, combinato, rende The Witcher un prodotto estremamente fidelizzante per i fan.

Tuttavia, la confezione della serie continua a mostrare una certa patinatura tipica delle serie Netflix che la rende debole sotto molti aspetti tecnici. Rispetto alla prima stagione la narrazione è più diretta – non si intrecciano infatti in maniera piuttosto confusa diverse linee temporali – ma regia, direzione degli attori e CGI continuano a essere deficitari. Ostacoli, questi, che impediscono a The Witcher di riempire per meriti e qualità il trono delle serie fantasy lasciato vacante dopo la fine (altrettanto al ribasso) di Game of Thrones.

Foto: MovieStills

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