Uno dei pochi cineasti che pur con l’avanzare degli anni non perde il suo inesauribile ed irresistibile tocco è sicuramente Martin Scorsese, riuscendo a realizzare sempre film bellissimi e tutti allo stesso livello, e dopo la sua lettera d’amore al cinema con “Hugo Cabret” ora sforna la sua ennesima genialata, il suo ennesimo film riuscitissimo che ha già conquistato il mondo: “The wolf of Wall Street”, con protagonista il ruggente, e a lui tanto caro, Leonardo di Caprio, qui nella sua migliore performance della sua carriera, la cui nomination agli Oscar è limitata, a Di Caprio per il suo Jordan Belfort bisognerebbe assegnare i più alti riconoscimenti internazionali per quantificare la sua bravura, e le sfaccettature profonde che regala al personaggio.
Il film narra dell’ambizioso Jordan Belfort, il quale ventiduenne entra nel mondo della finanza divenendo il broker più efficiente di New York che conquistò una fortuna incredibile truffando milioni di investitori. Belfort ha tutto quello che desidera: una moglie bellissima, sesso, droga, soldi mentre la società di Belfort, la Stratton Oakmont, è sulla cresta dell’onda e sguazza nella gratificazione edonistica più estrema, la SEC e l’FBI tengono d’occhio il suo impero contrassegnato dagli eccessi segnando la caduta di Belfort nell’abisso.
Quale regista migliore del grande Scorsese per raccontare una vicenda di questo genere? Nessuno, e per farlo oltre ad un Di Caprio in forma smagliante riunisce anche altri interpreti favolosi, alcuni più noti altri meno, che fanno tutti un ottimo lavoro a cominciare da Matthew McConaughey per poi passare da Margot Robbie e infine da Rob Reiner che danno un ottimo contributo per l’ottima riuscita del film. Ma Scorsese non ha limiti, non risparmia nulla, mostra tutti gli eccessi della vita e degli amici di Belfort con una crudeltà e un humor nero che sorprendono, e una sceneggiatura ottimamente congieniata e ben calibrata, e il film seppur le tre ore di durata non annoia nemmeno per un minuto. “The wolf of Wall Strett” è anche un film pieno di citazioni, riferimenti e meccanismi tanto famigliari al regista newyorkese e si potrebbe anche dire che questa sua ultima opera, oltre che essere uno dei suoi film più riusciti di sempre, è uno show di tutti gli elementi che hanno da sempre abitato la carriera di uno dei più grandi cineasti viventi. Il film merita davvero le 5 nomination agli Oscar e forse ne meritava anche qualcuna di più, come al montaggio e alla colonna sonora, come anche il resto dell’apparato tecnico curato davvero bene. Aspetto la notte degli Oscar con grande ansia per vedere Martin e Leo stringere le loro arcimeritate statuette in mano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA