The Woman in Black: la recensione di paulinho
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The Woman in Black: la recensione di paulinho

The Woman in Black: la recensione di paulinho

The Woman In Black fa paura. Questa frase dovrebbe bastare a un amante del genere per andare al cinema a vedere questo film. Infatti, dopo anni e anni di esperimenti, il cinema Horror è finalmente tornato alle origini.
James Watkins dirige egregiamente Daniel Radcliffe (sempre più in forma) in quello che è il film che lo farà finalmente staccare dalla amata-odiata parte di Harry Potter. Il regista cerca di dare il suo personale punto di vista sull’horror, ormai sempre più diretto verso scene sanguinolente e incentrate sulla repulsione del guardare, cercando di ridare importanza ai racconti fatti di ombre e sospiri, meditazione e punteggiatura musicale.
Daniel Radcliffe convince nella parte di un giovane notaio inglese, tanto che ci vogliono pochi minuti a riprendersi dallo shock iniziale causato dal fatto che oltre a non essere più un mago, è addirittura un padre vedovo.
Naturalmente un solo attore non può reggere un intero film da solo, soprattutto se con poca esperienza nel genere, e di conseguenza notiamo nel cast Ciarán Hinds (con Radcliffe anche in Harry Potter e i doni della morte parte 2), un attore che di esperienza ne ha tanta.
Naturalmente il film non è un capolavoro e il difetto più evidente è sicuramente il fatto che i personaggi non vengono analizzati per niente (eccetto il rapporto tra il protagonista e la defunta moglie), non che si potesse fare qualcosa di più in 96 minuti di film.
Naturalmente questo difetto si trascura facilmente all’ennesimo salto sulla poltrona perché, come detto all’inizio della recensione, questo film fa paura, com’è giusto che faccia.

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