This Must Be The Place: la recensione di martalari
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This Must Be The Place: la recensione di martalari

This Must Be The Place: la recensione di martalari

ottimi dialoghi, strepitosa fotografia e l’orgoglio di poter finalmente dire che anche gli Italiani possono fare film per Hollywood

CERTO IL MANIFESTO…

Un film antimarketing, per la scelta della foto e per il titolo, due elementi che confondono, c’e’ un manifesto posizionato su una strada dove passiamo ogni giorno e tutti si chiedono “che film sara?”

GRANDI DIALOGHI….

Dietro quel manifesto c’e’ tanto…tanti spunti che emergono dai dialoghi del protagonista Sean Penn che nella sua carriera ha fatto di tutto, stavolta e’ un ex pop star, ormai cinquantenne ricco e annoiato…

“Lei confonde la depressione con la noia” una delle prime frasi che fanno capire tante cose.

LA VERA FORZA DEL FILM SONO I DIALOGHI,IN OGNI INCONTRO DELL’EX POPSTAR CON LE PERSONE CHE INCONTRA (TUTTI SCELTI PERFETTAMENTE, GRANDI ATTORI ANCHE SE NON FAMOSI) C’E’ TUTTA LA SOCIETÀ’ DI OGGI

SHOW MUST….

Nel film di Sofia Coppola. “Somewhere” il divo annoiato e solo, era stato chiamato per partecipare ai telegatti..qui alla popstar viene offerta la partecipazione agli Mtv music awards dopo 20 anni di addio alle scene…ma lui ha chiuso definitivamente con la musica. Nel film della Coppola c’e’ il legame padre/figlia da recuperare, nel film di Sorrentino c’e’ un viaggio alla scoperta di quello che non ha mai visto e di quello che non ha mai provato e vissuto veramente perche’ distratti da Sex,Drug and Rock N’ Roll e dallo show che deve sempre continuare “(this) ..show must go on” diventa qui “this must be the place”..

LA STORIA

Il film racconta di un uomo ex popstar che vive in una casa grande quanto una reggia dove vaga senza stimoli e dove vive con la moglie, con una cucina con sopra scritto “cuisine” con lunghe stanze bianche… UN’EX DIVO che va in giro truccato come uno dei Cure vivendo nella completa noia a volte riconosciuto dalla gente a volte ridicolizzato, non parla con il padre da 30 anni che non ha mai accettato le sue scelte artistiche,ma un evento lo portera’ a fare un viaggio alla ricerca di un criminale nazista rifugiatosi molto lontano….

E in questo viaggio succedera’ di tutto ma soprattutto incontrera’ tante persone (tutti straordinari attori scelti benissimo), ognuno di loro interagendo con Sean Penn apparentemente debole scatenera’ continua emozione, ogni dialogo fotografera’ la societa’ di oggi.

UNA DELLE FRASI “MITICHE”

“Qui nessuno lavora piu’ tutti fanno qualcosa di artistico” una delle grandi frasi del film, una pellicola che vive molto di questi dialoghi scritti da Sorrentino e Contarello sempre efficaci e mai scontati.

OTTIMA FOTOGRAFIA

Un film d’autore confezionato come un film hollywoddiano con una fotografia pazzesca, poi Sorrentino non si risparmia mai di muovere la macchina da presa con panoramiche e carrelli continui che si tratti di riprendere una finestra o un uomo in macchina.

DUE FILM IN UNO…

Nella prima parte conosceremo il mondo (vuoto) di una popstar ormai (quasi) dimenticata nella seconda parte dopo la partenza da Dublino (dove vive) a New York (dove vive il padre) il film cambia velocità’ grazie alla “missione” del protagonista, quella di trovare il criminale nazista e la curiosità’ dello spettatore sarà sempre più forte : “e’ questo quello che vuole? Ci riuscirà? Chi sono le persone che incontra? Andrà’ avanti nel viaggio o si fermerà? Cosa succederà’?”

Tra le scene più emozionanti quelle del bambino,anche lui scelto benissimo come la madre, ogni attore anche se non famoso (oltre a Sean Penn e Frances McDormand) e’ perfetto, Sorrentino riesce a rendere un credibile interprete anche David Byrne nel ruolo di se stesso (grandissima colonna sonora). Bellissimo il dialogo tra i due (Penn/Byrne) quando Penn evidenzia la differenza tra “artista” e “popstar” o la battuta sul duetto con Mick Jagger al bambino.

Un film totalmente diverso da quello che immaginate, di base c’e’ il viaggio di un uomo non comune e solo all’apparenza debole alla ricerca di un criminale, ma il grande pregio del film sono i dialoghi mai improvvisati o scontati ma sempre azzeccati.

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