Thor: Ragnarok: la recensione di kimbeveff
telegram

Thor: Ragnarok: la recensione di kimbeveff

Thor: Ragnarok: la recensione di kimbeveff

Non sene vedeva da tempo di fantasy action del genere. Non trasuda le miglior performance forse nella storia Comic, il re del tuono col martello e fulmini sbaraglia col solito comportamento da vichingo il resto del nemico. L’idea di confrontare le varie figure Marvel non è una genialata, comunque Thor esege come d’altra parte fanno le figure Marvel, e quel finale di film in codice quasi enigma è come se ci fosse sedici di finali o è soltanto il reietto esprimersi di loki e di sua sorella, la sfortuna, in profughi/rifugis/clandestiny song accompagnation, e che niente ha avuto se non con la violenza reale, per modo di dire, in quanto non discendendte del sublime Odino. Non serve comunque dire che non vi è ingorgo rottura o intervento che non gli si addica, perfino di domenica sarebbe capace di fare un buco per scovare le problematiche, non aspettandosi di travare Hulk, o altre figure a
grugnirgli l’immotivatato comportamento delle loro azioni. Così col coperchio in capo scuffiato come al solito colpisce il terreno che lo importuna forandone il mantello e risolvendo i problemi annessi al traffico, asfaltandolo se necessario, donne con rami in testa e bizzarrie varie. Non è possbile per qualche donna scontata tradirlo il vichingo, perchè Thor è relazionato con le bellezze dell’olimpo da cui gli dei secernono le loro prospettive.Il film non è forse un colossal. Per cominciare, quell’essere solo, in rivalsa e sembrarlo sconfitto piccolo e inutile sacrificio ecc ecc, si vanificano quando innalzato il martello sa di essere solo lui a esprimere quel gesto sovrumano e così inevece semplice per Thor.

© RIPRODUZIONE RISERVATA