Nel 1997 James Cameron cambiò la storia del cinema. Duecentottantacinque milioni di dollari, budget più spese per la promozione , fu la somma investita per portare sul grande schermo quello che si rivelerà essere poi uno dei più grandi film di tutti i tempi, “Titanic”. “Il film dei record” , così era stata soprannominata la pellicola, prima che i suoi cugini più moderni, alla quale non ha comunque nulla da invidiare, lo scalzassero. Al pari della grande nave di cui porta il nome la pellicola dimostrò d’ avere tutti gli optional necessari per restare nella storia : effetti speciali, azione, romanticismo, una trama avvincente. Ma a quindici anni dal suo primo enorme successo anche il film , come il transatlantico, per un errore del suo capitano è affondato, schiantandosi (ahime) contro il 3d. Che questa “conversione” sia stato soltanto un vano tentativo per far rientrare il Titanic nel guinness dei primati, è la convinzione di molti degli spettatori delusi da questo “mancato miracolo cinematografico”, che tutti aspettavamo con ansia. Fatto sta che la bravura di Cameron, unita alla sua esperienza con il 3d (testimoniata dal successo di avatar) e le caratteristiche del film in se, avevano fatto presagire qualcosa di più, molto di più, ma Cameron non ha osato. E lo spettatore che entrando in sala sperava di poter raggiungere con un balzo il polo nord, per assistere dal vivo alla più grande catastrofe di tutti i tempi, si è dovuto accontentare di qualche passeggiata qui e la all’interno della nave. Ma del resto è cosi, certi tesori è meglio lasciarli in fondo al mare.
© RIPRODUZIONE RISERVATATitanic 3D: la recensione di Daniela Bizzarro
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