Tomorrowland: la recensione di Marita Toniolo
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Tomorrowland: la recensione di Marita Toniolo

Tomorrowland: la recensione di Marita Toniolo

Brad Bird è un nome molto caro agli appassionati di cinema, specie agli amanti di quelle perle preziose che sono i lungometraggi animati Pixar. Nello specifico, Bird ne ha realizzate due molto amate dagli spettatori  di tutto il mondo, grandi e piccini, che vanno sotto il nome di Gli Incredibili e Ratatouille. Grazie al suo talento visionario impregnato di tenerezza ha dato vita anche a un altro capolavoro animato come Il gigante di ferro del 1999 prima di approdare al cinema live action con Mission Impossible: Protocollo fantasma. Il regista ripete oggi l’esperienza, sbarcando nelle sale con Tomorrowland (da giovedì 21 maggio), sci-fi adolescenziale impreziosito dalla presenza di George Clooney.

Tomorrowland è un’attrazione di Disneyland creata da Walt Disney negli anni ’50 e trasformata nei ’90 nel “futuro che non c’è mai stato”, in pratica il mondo immaginato dagli scrittori dell’epoca d’oro della fantascienza. Nel 1960 il papà di Topolino aveva pianificato un’utopica città del futuro chiamata EPCOT (Experimental Prototype Community of Tomorrow), mai realizzata. L’idea alla base era quella di trovare una soluzione ai problemi delle città contemporanee di quei tempi. L’iniziativa non puntava solo a edificare il luogo ideale per una comunità del domani, ma anche ad avere un cantiere sempre attivo in cui sperimentare nuove tecnologie. Disney tuttavia morì prima di poter portare a termine il suo progetto, che negli anni successivi fu utilizzato per un famoso parco tematico. Il modello originale di EPCOT può ancora essere visto dai passeggeri a bordo dell’attrazione della Tomorrowland Transit Authority, nel parco Magic Kingdom.
Da quella suggestione il regista, cullato e allevato sin da adolescente dalla Disney, prende il via per dar vita alla visione del futuro immaginata da Zio Walt, ospitandolo in una dimensione parallela accessibile solamente ai sognatori doc.

Il film – bypassato l’irritante battibecco iniziale di voci fuori campo tra Clooney e Britt Robertson – parte impennando, con un’intro degna dei migliori film Amblin Entertainment dello Spielberg prima maniera, con un andirivieni tra gli anni ’60, dove Frank Walker bambino (Clooney da grande) si vede rifiutare un’invenzione da perfezionare ma viene introdotto nella futuristica Tomorrowland dalla giovanissima Intelligenza artificiale Athena (Raffey Cassidy), e il presente in cui l’adolescente Casey Newton (la Robertson) – innamorata delle stelle – riesce ad accedere allo stesso mondo grazie a una spilletta recapitatagli misteriosamente.

Nella creazione scenografica della “Città di domani” riconosciamo la mano felice di Bird: è un mondo che visivamente richiama alla memoria le più belle Utòpia del cinema (vedi la Fantàsia de La storia infinita), ma che soprattutto ricorda nell’architettura le metropoli futuristiche dei televisivi Pronipoti (AKA I Jetson), come le immaginavano gli americani negli anni ’60. Il futuro secondo Bird è un immaginario solare e prodigioso, supportato da effetti speciali pazzeschi, che giustificano i 200 milioni di dollari di budget e trasmettono un’idea rasserenante del progresso scientifico. A questo impianto scenografico sorprendente si accompagna, ahimé, la sceneggiatura troppo superficiale nei toni e caotica nella struttura di Damon Lindelof a servizio di uno sci-fi adolescenziale, pietanza di per sé già difficile da impiattare. L’autore di Lost, Star Trek e Prometheus si perde nei passaggi tra passato e futuro, ma anche tra dimensioni parallele. Le avventure, i personaggi e l’abbondanza di action complessiva rimandano per direttissima a Spy Kids (ecco perché consigliamo il film in primis ai ragazzi delle scuole medie), sebbene abbia ambizioni più elevate.

Come ambizioso è il messaggio di fondo: il pessimismo e il cinismo diventano profezie che si autoavverano e trasformano il mondo in un posto peggiore. L’ottimismo, incarnato strenuamente da Casey, invece riesce a modificare strutturalmente gli accadimenti, facendoci pensare alle conclusioni delle fisica quantistica (il pensiero che può modificare la materia). Per tutto il film gli autori sottolineano che, se non ci lasciassimo abbattere dalle prime difficoltà (come succede a Frank all’inizio del film, quando bambino viene radiato da Tomorrowland a causa di una sua invenzione giudicata pericolosa), ma continuassimo ad avere fiducia e a non dar retta a chi ci vuole frenare, come invece fa Casey, il futuro sarebbe un’oasi di pace e progresso.

Peccato che lo script faccia deragliare il film dal binario principale, specie con dei twist paradossali, come quando teletrasporta i nostri beniamini sulla Torre Eiffel di Parigi (che all’epoca era stata concepita come una gigantesca antenna/rampa di lancio). Non bastano le citazioni ultrapop del cinema di genere (Star Wars e Men in Black in pole position) per dimenticare un tracciato poco chiaro. A farci perdonare i passi falsi del film non è tanto la presenza di beniamini del pubblico come Clooney o il Dottor House (Hugh Laurie) nei panni del fumettistico villain, quanto la scenografia sorprendente e bellissima messa in piedi da Bird, che riesce davvero a trascinarci in una dimensione parallela da sogno.

Leggi la trama e guarda il trailer

Mi piace: la scenografia futuristica soprendente e bellissima messa in piedi da Brad Bird.
Non mi piace: la sceneggiatura confusionaria e superficiale.
Consigliato a chi: ai ragazzi delle scuole medie che sognano le avventure fantastiche. In generale, ai sognatori.

 

 

 

 

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