Avete presente Burlesque, il film debutto di Christina Aguilera uscito il mese scorso? Se la risposta è sì e se siete convinti che quello che avete visto lì era davvero “burlesque”, ebbene, vi sbagliate. Per scoprire che cosa significhi questa parola ormai tanto di moda potete affidarvi però a Mathieu Amalric (attore francese di fama internazionale grazie a film come Lo scafandro e la farfalla e Quantum of Solace) che per il suo debutto dietro la macchina da presa ha scelto di raccontare questo mondo. Per farlo ha preso la via più semplice e al tempo stesso più complicata. Semplice perchè arruolare un cast di vere ballerine di burlesque e intraprendere una tournée insieme a loro (per mancanza di fondi, il pubblico degli spettacoli ripresi era vero pubblico…) è il modo più immediato per comunicare il volto autentico di quest’arte; complicato perchè i tempi dettati da un’impostazione “a metà tra dramma e documentario” rischiano di penalizzare un po’ il ritmo del racconto.
La presenza scenica e i volti “mascherati” delle protagoniste, così carichi di trucco e insieme di tutte le loro storie, riempiono lo schermo, ma talvolta non bastano a soddisfare la naturale curiosità suscitata nello spettatore. Un tratto questo che è insieme il pregio e il difetto di un film che può piacere o non piacere, ma che non si può certo dimenticare. Un film che forse saranno le donne ad apprezzare di più perchè Amalric riesce nell’impresa di raccontarle intimamente e metterle a nudo senza ridicolizzarle in alcun modo. Le frivolezze e le risate non sono che compagne della loro vita, spesa a cercare di amarsi vincendo una ad una tutte le paure, senza il timore di ammettere: “Non avere bisogno di nessuno è merdoso. Lavorare da soli fa schifo” e ancora: “Quando sono sola nella mia stanza davanti allo specchio sto male”. Cantare, ballare e spogliarsi con ironia diventa così la medicina che attenua la durezza della vita. Una medicina che senza qualcuno che alla fine dica “sei stata brava” però funziona solo a metà… Sul palco come nella vita, insomma, tutti hanno bisogno di sentirsi amati.
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Mi piace
L’autenticità della storia e la veridicità dei personaggi. Lo sguardo delicato che il regista posa sulle protagoniste riuscendo nell’ardua impresa di metterle a nudo senza mai ridicolizzarle.
Non mi piace
Il doppiaggio italiano è invadente e a tratti fastidioso, come spesso accade quando i personaggi già nella versione originale parlano con accento una lingua straniera (qui le protagoniste sono americane che parlano in francese). Il ritmo a volte rallenta più del necessario.
Consigliato a chi
Ama i film non convenzionali, vuole scoprire cos’è il new burlesque e ha voglia di fare un viaggio insieme a un gruppo davvero insolito di personaggi, armandosi di ironia e senza paura di guardare dritta negli occhi la durezza della vita.
Voto: 3/5
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