Era da un anno che attendevo il termine delle riprese con la successiva distribuzione cinematografica e finalmente Transformers 3 è giunto con la sua dirompenza davanti ai miei occhi questa sera al cinema, Michael Bay aveva tantissimo da farsi perdonare dopo un secondo capitolo La Vendetta del Caduto pressochè da dimenticare fatta eccezione per gli effetti, da tempo il regista aveva annunciato la chiusura della sua esperienza con la saga e proprio per questo aveva più volte promesso un finale col botto per Transformers con la chiara conseguente attesa di qualcosa che fosse qualitativamente migliore del precedente, ma andiamo a spulciare questo terzo capitolo pezzo per pezzo.
Iniziamo col parlare della scelta del regista di affidarsi per la sceneggiatura questa volta soltanto a due mani, quelle di Ehren Kruger, lasciando a casa due veterani come Roberto Orci e Alex Kurtzman, accusati in prima persona di aver contribuito alla mal riuscita de La Vendetta del Caduto, causa lo sciopero degli sceneggiatura avvenuto durante la stesura dello script, Ehren ha saputo conciliare e direi finalmente tanta azione ad una trama che potesse ricongiungersi con la mitologia dei personaggi storici dei fumetti pubblicati dalla Marvel prima e dalla IDW poi, molti nuovi personaggi come Sentinel Prime, Shockwave e Soundwave su tutti sono stati aggiunti alla storia, personaggi che hanno fatto la storia sia dei fumetti che dei cartoons, insomma avere una mente creativa come quella di Ehren e poca confusione senza scioperi nell’aria hanno di sicuro fatto bene al film che ha goduto di una buona tenuta con pochi buchi dovuti alla durata troppo estesa della pellicola, quasi 3 ore di visione.
Bay come sapete ha avuto critiche su critiche per il secondo capitolo eppure non ha mai mollato il progetto ed ha creduto in pieno di poter recuperare nel suo stile agli errori fatti, eppure Transformers 3 ha avuto da subito problemi già nella pre-produzione a cominciare dalla traumatica separazione da una delle sue stelle, Megan Fox, mandata via per le continue incomprensioni proprio con Bay per le sue pretese sopra le righe, altri problemi son piovuti dalle menzogne volate a destra e a manca per il 3D nel film, Bay anche su questo ha vinto mostrando a tutti cosa significasse creare un film in 3D, un plauso principale va a lui quindi, nonostante Transformers: Dark of the Moon non è stato un capolavoro, la sua scommessa è stata vinta, zittire chi lo aveva dato per bollito ed incapace di girare un film che non fosse soltanto distruzione e spettacolarità nelle immagini, bravo Bay.
Un pò di discordanze arrivano dal cast, a sentir nominare i nomi degli attori che lo compongono vengono i brividi, ma qualcosa non è andato come doveva, iniziamo dal protagonista Shia LaBeouf che si è dimostrato ancora una volta un’autentico astro nascente di Hollywood, un divo capace di tenere banco ad una razza aliena saltando a destra e a manca e di saper reagire al cambiamento di partner lavorativa dopo il divorzio della Paramount con Megan Fox, si confermano uomini di pura azione invece Tyrese Gibson e Josh Duhamel sempre al centro dell’azione e fatti per film di questo genere, difficile inquadrare come attrice la bionda e bellissima sostituta della Fox, Rosie Huntington-Whiteley, lei non mi è sembrata all’altezza della situazione, modella da sempre è stato difficile essere lanciata subito in un blockbuster di queste dimensioni, perciò segno negativo come anche per John Malkovich aggiungo e me ne dispiace, avere nel cast un’attore del suo calibro e sfruttarlo cosi male è stato un vero suicidio, capisco che doveva avere un ruolo cameo, ma cosi è stato praticamente inutile, altra nota stonata arriva dall’interpretazione del bel Patrick Dempsey, l’aria da cattivo non gli dona per niente, è un’attore da commedia e su questo non ci piove, perciò la scelta è sembrata chiara, attirare il sesso femminile nelle sale, ultime parole infine per John Turturro e Frances McDormand ben sfruttati nel contesto, erano due tosti e lo hanno dimostrato come al solito.
Gli effetti speciali sono stati degni di oscar cosi come descritto nel sottotitolo della recensione, Bay mai come in questo film si è avvicinato cosi tanto alla perfezione, se nei primi due capitoli gli effetti son stati una delle parti che hanno sorretto il risultato finale, in Dark of the Moon hanno praticamente brillato di luce propria regalando allo spettatore l’idea di realtà e non di finzione, abbinandoli poi ad uno dei 3D migliori di sempre è stata poi la ciliegina sulla torta, immagini nitide anche in velocità, luminosità ad un valore più che ottimo e sappiamo che uno dei talloni di achille della tecnica 3D è proprio l’oscurità, le scene in slow motion hanno dato al 3D vita ed il pubblico ha più volte apprezzato, sottovoce si sentivano parole di soddisfazione e meraviglia, insomma un 3D cosi non lo si vedeva da Avatar e forse da Resident Evil Afterlife.
Prima della conclusione voglio dare un parere alla colonna sonora di buona fattura, la canzone portante è ancora una volta dei Linkin Park dal titolo Iridiscent, emozione e musicalità con una buona dose di rock hanno giovato alla grande al risultato finale, le musiche accompagnate da Steve Jablonsky hanno fatto il resto.
In conclusione devo dire di essere soddisfatto del risultato finale, dopo un buon primo capitolo, un secondo che ha deluso un pò tutti, questo ha saputo ridare luce ad una saga che a mio parere merita di continuare, anche senza Bay o LaBeouf, dati in partenza, il film da emozioni ed adrenalina nel giusto, la lunghezza del film stona un pò, ma se sei fan di Bay sai che a lui piace la lunghezza in un film, perciò andate al cinema e godetevi finalmente un gran film che fa vincere oltre che Bay, la tecnologia 3D.