Brasile. Rafael, Gardo e Gabriel sono 3 ragazzini quattordicenni che per sopravvivere smistano immondizia in una discarica. È proprio cercando tra i rifiuti che trovano un portafoglio; all’interno ci sono soldi, una foto con dei numeri scritti sul retro, un santino di San Francesco e una chiave. Quando nella discarica arriva la polizia che si dimostra disposata a tutto pur di recuperare il portafoglio, capiscono che nasconde qualcosa in più e prende il via una avventurosa caccia al tesoro.
Trash, ultima fatica dell’inglese Stephen Daldry (Billy Elliot), tratto dal libro omonimo di Andy Mulligan, e sceneggiato da quel mostro sacro di Richard Curtis (Love Actually, Il diario di Bridget Jones) è una fiaba. Un racconto per bambini in cui i protagonisti escono incolumi da ogni pericolo e lottano contro la corruzione, la cattiveria degli adulti, le ingiustizie perché “è la cosa giusta da fare”.
Il successo ricevuto dal pubblico, che ne ha decretato la vittoria al Festival Internazionale del Film di Roma è dovuto alla furbizia con la quale il regista ha “sporcato” il racconto fiabesco, nel tentativo di renderlo il più verosimile possibile (per lo stesso motivo i tre protagonisti sono bambini delle favelas alla loro prima esperienza come attori). Il ritmo è quello del film di azione, con numerosi flashback e flashforward ad aumentare la tensione narrativa, ma siamo comunque lontani dal thriller e i pochi colpi di scena sono prevedibili.
A fare da sfocato contorno, Rooney Mara e Martin Sheen nei panni di una volontaria e di un missionariosono esterni all’intreccio principale e servono soprattutto come nomi occidentali di richiamo per la locandina.
Trash è un film che compie il suo dovere: colpire emotivamente lo spettatore, mostrando un Brasile dai colori vivaci (che ricorda non poco l’India di The Milionaire) alla velocità di corsa dei protagonisti, moderni Huckleberry Finn dallo spirito indomabile.
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Mi piace
La performance dei tre giovani protagonisti, all’esordio sul grande schermo.
Non mi piace
L’atmosfera troppo fiabesca, che priva il film di molta drammaticità.
Consigliato a chi
Ha amato le atmosfere di The Millionaire.
Voto: 3/5
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