Truth: la recensione di loland10
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Truth: la recensione di loland10

Truth: la recensione di loland10

“Truth. Il prezzo della verità” (Truth, 2015) è il primo lungometraggio del regista-sceneggiatore-produttore statunitense James Vanderbilt.

Al primo film dietro la macchina da presa, lo sceneggiatore di ‘Zodiac’ e ‘Spider-man’, coglie bene l’occasione per un’opera prima che lascia segni positivi e apprezzamenti da riferimenti reali e fatti riguardanti l’informazione televisiva a stretto contatto con la politica a stelle e strisce.
Cate Blanchett (Mary Mapes) e Robert Redford (Dan Rather) reggono bene i ruoli di giornalista agguerrita e anchorman del network televisivo CBS nelle inchieste che vorrebbero colpire il presidente George W. Bush: siamo infatti dentro la politica che conta e alla ‘cronistoria’ sulla veridicità dell’appartenenza dell’ex capo della Casa Bianca alla Guardia Nazionale Aerea durante la guerra nel Vietnam. Il servizio televisivo della Mapes fu uno scoop di grande importanza ma le elezioni e il doppio mandato di Bush annullarono ogni velleità giornalistica e l’emittente televisiva si ritirò di ‘buon grado’ con scuse plateali e le dimissioni di Dan Rather (nel 2005). Il film trae la ‘storia vera’ dal racconto in prima persona della produttrice televisiva Mary Mapes in un suo libro.

Test improntato alla sceneggiatura degno del (possibile) miglior fil d’inchiesta. E ciò che fa di Redford il ‘redivivo’ (sotto tutti i punti di vista) di un cinema ‘liberal’ degli anni settanta (e il verso al ‘famoso’ “Tutti gli uomini del presidente” -1976- con l’accoppiata Robert-Dustin rimane scolpito per tutti gli eventuali ‘film d’inchiesta’ come il recente vincitore all’Accademy, “Spotlight”): certo l’attore ha gli anni ma dimostra la sua bravura rendendo credibile il suo personaggio fino all’ultima inquadratura.
Riecheggiare il ‘bel volto’ con le rughe di oggi è solo arrecare danno ad una pellicola che ha dei meriti oltre ogni sbavatura possibile.
Ritorno al passato per un’America che ha ancora voglia di spiegare la miseria di certe situazioni e di una politica che fa vacillare e annulla ogni resoconto e dispaccio (di poche righe) di una scrittura ritenuta falsa prima di cominciare. Chi sa quale gioco e nascondimento si cela in ogni riga, punteggiatura, anno, acronimi e stili del linguaggio. Chi sa se il potere (vero e presente in ogni verso e rituale servizio al Paese) arriva anche ad ‘bruciare’ le prove più conclamate al di là di ogni ragionamento e intrigo dello scoop (o presento dato il termine finale) che il giornalismo asseconda fino ad una verità pare non arrivare mai. Mapes e Rather sono la perdita di un clamore nullo o il vizio (sempre inguaribile) di una notizia da dare in risalto nel ‘notiziario della sera’?! Tutto probabile e tutto improbabile per un connubio maschere-notizie ancora da decifrare.
Un film che riesce a piacere nonostante il complicato intreccio (o semplice come si desidera) di una diatriba con crisi dei personaggi (familiare, lavorativa) e del network in prima istanza. Una battaglia all’interno degli uffici, delle stanze e dei ritrovi casalinghi. Un film che corrode ogni sicurezza e lascia l’intento di un dubbio su qualsiasi mondo (sporco) da indagare. Il libero giornalismo e la libertà delle notizie non sempre trovano riscontro: il potere che conta c’è sempre.
Trema la politica che conta ma il duo in prima fila scricchiola nonostante il testimone eccellente, telefonate giuste e colonnelli che diventano ‘granitici’ per loro comodo. D’altronde un senatore e un alto capo giocano al rimpiattino per un’elezione che è alle porte. Si aspettano gli eventi prossimi per non rovinare la reputazione di nessuno (e tanto meno del Presidente).
Ho (ancora) qualcosa da dire …: non si ferma Mary Mapes davanti alla commissione che indaga sul ‘falso servizio’. La donna ha coraggio da vendere e mostra tutta la sua grinta ma (come si suol dire in questi casi…perdenti) il ‘dado ‘ tratto’.

Messinscena, montaggio, ritmo e regia da tono ‘classico’ e ‘rigoroso’ rendono la pellicola gustosa, efficace e di gran impatto. I ruoli e i personaggi sono ben delineati: certo è che l’inclinazione e il verso tendono verso alcuni e non altri. Nonostante qualche eccesso è un film da consigliare e da vedere.
Voto: 8-/10.

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