Pauline (Charlotte Rampling) torna a Torino, nella sua città natale, dopo un lungo periodo trascorso all’estero, e ritrova un’amica che dirige un Centro per la maternità. Qui la donna intraprende una ricerca sulle esperienze e i problemi di crisi e depressione post parto, a partire da testimonianze, video e fotografie. Tra le mamme che frequentano il centro c’è Emma (Elena Radonicich), una giovane danzatrice: non sa come affrontare le responsabilità cui la maternità la costringe, vede la sua vita a un punto fermo, si sente sola e incapace. Tra le due donne si sviluppa un rapporto di complicità che porterà Pauline a fare i conti con il suo tragico passato e permetterà a Emma di ritrovare un senso di sé anche nella sua nuova identità di madre.
La regista milanese Alina Marazzi riprende alcuni argomenti già toccati in Un’ora sola ti vorrei (dedicato alla madre prematuramente scomparsa), ma questa volta mette al centro del film l’esperienza della maternità, raccontata come un evento che disorienta. Ma se il tema è importante e interessante, il problema di Tutto parla di te è che fatica a tenere assieme la ricerca documentaria con la fiction, mancando di omogeneità. Le dichiarazioni delle mamme del Centro per la maternità di Torino e i vecchi filmini di famiglia, ad esempio, faticano ad amalgamarsi con le registrazioni audio e le scene animate che rappresentano la storia di Pauline. “Emarginata” narrativamente, la storia di finzione, con al centro il rapporto tra le due donne, fatica a coinvolgere e legare emotivamente con lo spettatore.
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Mi piace
Il tentativo della regista di portare alla luce il problema della depressione post parto e, in generale, i problemi di una madre di fronte alla nascita del figlio.
Non mi piace
L’utilizzo della fiction male amalgamata al tono documentario e alle immagini di repertorio.
Consigliato a chi
Vuole riflettere su un tema delicato.
Voto
2/5