Dopo aver scalato le classifiche italiane del 2012 per quanto riguarda gli incassi cinematografici con il suo “Ted”, ecco qui nuovamente Seth MacFarlane dietro e davanti la macchina da presa, con un nuovo dissacrante film da lui scritto, diretto, interpretato e prodotto, accanto a MacFarlane stesso ci sono grandi star hollywoodiane come Charlize Theron, Liam Neeson, Amanda Seyfried, Neil Patrick Harris e Giovanni Ribisi. Sicuramente più riuscito del precedente film, questo “Un milioni di modi per morire nel West” non si può definire del tutto un’occasione riuscita, non riuscendo a sfruttare le capacità dei suoi interpreti a dovere, salvo Charlize Theron, ma riuscendo a strappare qualche risata.
Albert Stark è un allevatore di pecore codardo e che odia il West, talmente fifone da ritirarsi da una sparatoria davanti a tutto la cittadina, azione che comporterà la fine della sua relazione con la fidanzata Louise che lo lascia. Preso dalla disperazione, e deciso a lasciare la Frontiera Americana troverà un motivo valido per rimanere: la conoscenza con la bella e affascinante Anna, che cercherà in tutti i modi di rilanciare la figura di Albert in società e agli occhi di Lousie. Le cose si complicano però quando entra in gioco il marito di Anna, il famigerato fuorilegge Clinch Leatherwood, molto geloso di sua moglie che Albert dovrà fronteggiare.
Va riconosciuto a Seth MacFarlane il passo in avanti rispetto al precedente “Ted”, offrendo una pellicola in bilico tra la parodia e l’omaggio ai film western, e questo può definirsi uno dei punti di forza maggiori del film, come le atmosfere che i costumi, le scenografie e la colonna sonora conformi al genere parodiato-omaggiato, e pur se gag divertenti e dissacranti adiacenti alla comicità dell’autore non mancano qualcosa non è del tutto riuscito: spesso il film si disperde in sotto trame e gag inutili cadendo nel pacchiano, e la sceneggiatura non riesce a sfruttare a dovere il cast, dove spicca solamente la performance intrigante di Charlize Theron, l’unica davvero degna di nota, che da sfoggio di una comicità inaspettata, ma a parte lei non c’è nessun altro dei personaggi a brillare particolarmente, seppur funzionali nelle loro brevi parti, non particolarmente originali. Troppe cadute di tono, una certa prevedibilità, e un happy-end troppo scontato rovinano il tono ironico del film, così come il lavoro tecnico e della Theron, il tutto in un costante equilibro precario che fa di questa pellicola un’occasione mancata. Non è con questa opera che MacFarlane riuscirà a fare il vero salto di qualità.
Voto: 6.5 .
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