L’idea di Un paese quasi perfetto, il nuovo film di Massimo Gaudioso, è nata ispirandosi a La Grande Seduction di Jean-François Pouliot. Ma questo non lo rende un film meno italiano. Anzi. La presenza di attori come Silvio Orlando, Nando Paone, Carlo Buccirosso, Miriam Leone e Fabio Volo e i numerosi stereotipi del bel paese lo rendono di diritto un risultato tutto nostro, un po’ come successe per Benvenuti al Sud.
Tornando al film. Pietramezzana è un paese di 120 anime in Lucania che rischia di sparire dalla cartina geografica della regione dopo la chiusura, ormai anni prima, della miniera, l’unica fonte di sostentamento della zona. «Una volta c’era il lavoro e anche se non era una vita facile ce la facevamo bastare» racconta Domenico (Silvio Orlando). Ma ora non è più così. O Pietramezzana trova un medico o chiude i battenti per sempre. E così con un espediente (alquanto assurdo) riescono a portare il chirurgo plastico milanese Gianluca Terragni (Fabio Volo) in Lucania, o come dice lui stesso alla fidanzata lasciata al nord in «un buco in culo al mondo».
E per convincerlo che Pietramezzana è il luogo ideale dove mettere radici le provano tutte, soprattutto mettendo su una squadra di cricket, il suo sport preferito, e provando a prenderlo per la gola. E come faranno gli abitanti a conoscere i gusti del dottore? Grazie a una cimice nel telefono di casa che Terragni usa per comunicare col mondo esterno e al suo profilo Facebook.
Racconta della crisi, Gaudioso, e nel farlo si ispira alla commedia italiana anni ’50. Ma il registro è forse un po’ troppo leggero e ingenuo perché storia e personaggi riescano a trovare un appiglio con la realtà dell’Italia di oggi. Sdrammatizzare, però, non guasta mai e le gag sono tante, costruite con buoni spunti comici. Sarebbero anche divertenti, se non fosse che spesso vengono troncate e lasciate alla fantasia dello spettatore, chiamato a colmare il vuoto da sé. Come nella scena in cui il chirurgo avrebbe voglia di sushi e sashimi e la cuoca del paese, non sapendo nulla di cucina giapponese, gli prepara un sciuscia s’ascimm: cosa sia questa nuova “prelibatezza” non lo scopriremo mai.
Un buon potenziale, insomma, ma sfruttato male. Però, se tralasciamo il finale troppo repentino, è un film che stupisce e regala più di qualche risata.
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Mi piace: L’entusiasmo contagioso della popolazione di Pietramezzana.
Non mi piace: Il finale troppo repentino e le gag “misteriose”.
Consigliato a chi: Se si ha voglia di passare una serata leggera e farsi quattro risate.
Voto: 2/5
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