Fosse stato fatto a Hollywood, avremmo avuto fra le mani una commedia con delle gag sull’orlo del demenziale e un romance denso di enfatizzati batticuore e dolci canzoni indie-pop. E invece, Una notte con la regina è in tutto e per tutto un’opera rigorosamente brit: elegante, regale, fatta di umorismo soft, d’infatuazioni pacate. Non esplode e non si concede mai all’esaltazione: alcuni lo vedranno giustamente come un limite; altri ancora, invece, lo leggeranno come il principale punto di forza del film.
È l’8 maggio del 1945, la Seconda Guerra Mondiale si è ufficialmente conclusa, e il Regno Unito è pervaso da maxi festeggiamenti fra le sue strade. A Buckingham Palace, Re Giorgio sta preparando il discorso alla nazione, un po’ imparanoiato per i suoi problemi di balbuzie (sì, è il medesimo sovrano de Il discorso del re). Le sue figlie, però, Elizabeth e Margaret, ottengono il permesso di poter finalmente uscire da palazzo – in incognito – per divertirsi in città, tuffandosi nell’euforia collettiva. E qui, ovviamente, vivranno la notte più eccitante di tutta la loro esistenza: d’altronde, Girls Just Wanna Have Fun, persino le principesse.
Più che un resoconto della storia vera, Julian Jarrod (già autore di Becoming Jane e Kinky Boots – Decisamente diversi) opta invece per una sorta di What if, di rilettura alternativa mixata a un po’ di spirito pettegolo. E se l’attuale Regina d’Inghilterra avesse avuto un flirt giovanile segreto? E se sua sorella Margaret avesse passato la Giornata della Vittoria a ubriacarsi in giro tra i locali londinesi? Gli spettatori britannici ci andranno a nozze con queste supposizioni; noi che siamo meno coinvolti, invece, possiamo semplicemente goderci un leggero quanto delicato divertissement che talvolta rischia di perdersi nella ripetitività e nell’approccio manualistico, ma che sa comunque mantenere i suoi bei momenti. Il carisma della protagonista Sarah Gadon, poi, è veramente un punto di forza: perdersi nei suoi occhi sognanti è questione di un attimo, e nonostante il finale strappi dei sorrisi, a rimanerci addosso è anche un pochino della sua malinconia, futura sovrana che in un altrove immaginario, avrebbe semplicemente preferito essere una ragazza normale come tutte le altre.
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Mi piace: La composta leggerezza
Non mi piace: Una certa ripetitività negl’intrecci
Consigliato a chi: Ha un debole per l’inconfondibile mood delle commedie romantiche brit
Voto: 3/5
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