Onestamente? A me è piaciuto un sacco, anche perchè di meglio non si poteva fare. Chiariamo subito una cosuccia: il titolo originale ‘The Hangover’ significa ‘postumi di una sbornia’ così, semplicemente, e le filosofie vanno lasciate da parte (anzi no, una mi viene di farla: cosa diavolo c’entra il titolo in italiano, ‘Una Notte da Leoni’, mah). E allora le cose non possono cambiare radicalmente perchè il film non avrebbe più avuto senso. Lo schema è semplice, anche perchè è uguale al primo: a)Un gruppo di amici organizza una festa di addio al celibato, fra i pro e i contro si decide di farla a tutti i costi. b)Si inizia promettendosi di non esagerare e c)si finisce all’inferno, grazie all’amico del gruppo che ancora non ne vuol sapere di crescere, ma si ritorna in tempo. Il film si riallaccia moltissimo al primo capitolo, è vero, ma non si poteva far altro. E, almeno secondo me, la cosa più bella è che sono riusciti questa volta a sprofondare ancora di più, per poi risalire. Le atmosfere luminose di Las Vegas sono sostituite da vicoli puzzolenti, locali lascivi e personaggi ambigui, anche sessualmente, da una delle città più caotiche del continente asiatico; Bangkok. La scimmietta è un portento. Agisce, pensa, è subdola, sessualmente deviata come del resto i suoi discendenti, e allora? Le sbornie pesanti (e intendo quelle accompagnate non solo dall’alcool) scatenano accadimenti ben peggiori di questi e il nostro paese, purtroppo, non ne è immune. Questo film non ha mai avuto la pretesa di educare alcunchè anzi, siamo di fronte alla più bella manifestazione del ‘politically uncorrect’ mai vista prima ed è questo il suo punto di forza. Ci sarà un seguito? Beh, gli scatenati amici sono tre…e per ora se ne sono sposati due, quelli migliori…..
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