C’è un’espressione precisa con cui gli inglesi definiscono quel momento in cui una ragazza, dopo una serata di baldoria conclusasi in un letto diverso dal suo, torna casa in condizioni non straordinarie, con gli stessi vestiti della notte prima: “walk of shame”, tradotto “camminata della vergogna”. La stessa – lunghissima ed estenuante – in cui si imbatte Meghan Miles (Elizabeth Banks) nella commedia scritta e diretta da Steven Brill: ambiziosa e brillante giornalista di un emittente di Los Angeles, dopo aver dormito a casa di un ragazzo appena conosciuto, Meghan si ritrova ad attraversare mezza città degli angeli senza cellulare, né soldi, con tacchi vertiginosi e un vestitino giallo da urlo, per arrivare in tempo al lavoro, dove l’aspetta l’occasione professionale della sua vita.
Elizabeth Banks (biondissima) è un’autentica forza della natura, un ciclone di sex appeal e ironia, prontissima ad affrontare la vivace sceneggiatura di Brill, che si sviluppa in un climax di situazioni sempre più improbabili. Lo schema classico del viaggio dell’eroe è portato all’estremo, e sottopone la protagonista a una serie di sfighe colossali che trasformano il film in una sorta di bizzarro survival movie. Ritmata, coinvolgente e, soprattutto, divertente, la storia segue le orme di Fuori orario di Scorsese per addentrarsi nelle atmosfere più scanzonate di film come Tutto quella notte di Chris Columbus (anche lì, la protagonista era una bionda, Elizabeth Shue).
In questa commedia a orologeria, la Banks si trova faccia a faccia con il lato più grottesco e crudele di Los Angeles, e incrocia la sua strada con personaggi stralunati. Su tutti il trio formato da Spookie, Hulk e Scrilla, spacciatori di crack sboccatissimi ma dal cuore d’oro. Non è un caso che siano proprio loro gli unici a cercare di darle una mano: il ritratto che Brill disegna dell’America, mascherandolo con le risate, è spietato, e raffigura una società che giudica tutto e tutti basandosi sulle apparenze. Una società che prima di porgere l’altra guancia ti chiama “puttana” o “spacciatore” o “ladro”, e senza esitazione ti spara spray al peperoncino negli occhi, voltandoti le spalle. Non dimenticando, ovviamente, il ruolo della donna, qui vittima numero uno di stereotipi e della sua stessa bellezza.
Alla fine, forse, si cade in un eccessivo moralismo, ma Una notte in giallo è uno dei film più divertenti dell’anno, che cerca di mandare un messaggio che vada oltre i party, le sbronze e amnesie varie. E non è cosa da poco.
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Il ritmo sempre alto, la varietà (e assurdità) di situazioni in cui si trova invischiata la protagonista, una Elizabeth Banks in stato di grazia.
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Il finale un po’ troppo moralista.
Consigliato a chi
Cerca una commedia brillante, divertente, e più profonda di quanto facciano intuire le apparenze.
Voto: 4/5
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