Una nuova amica: la recensione di loland10
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Una nuova amica: la recensione di loland10

Una nuova amica: la recensione di loland10

“Una nuova amica” (Une nouvelle amie, 2014) è il quindicesimo lungometraggio del regista parigino Francois Ozon.
Di scevra opzione nel lasciarsi andare ti viene a metà film ma quando attendi qualche vero colpo non succede più nulla e l’arrivo è alquanto prevedibile, scontato e, anche se non sembra, sul convenzionale.
Una storia che parte subito in verticale (cronistoria di una speciale amicizia femminile) con pochi fotogrammi e alcune sequenze si raggiunge un livello di cinema di grande efficacia costruttiva: in pochissimi minuti un piccolo resoconto di episodi, luoghi, dediche, sapori e colori veramente accattivanti. Mentre il déja-vu finisce il funerale di un’amica termina con il lancio di fiori e di baci verso tutto quello che è stato. Una scena-madre degna di vera nota.
Dopo questo incipit (ripeto abbastanza inaspettato e folgorante) il film tende ad una descrizione prettamente didascalica: spento, ripetitivo, scorretto, flebile e, in ultima analisi, prevedibile nella contrarietà di un mondo visto in modo ‘diverso’ e di scambi di identità che suscitano apprensione relativa e epiloghi alquanto, sì personali e liberi, viziosamente attenuati. Il segno dei fatui infantili manifestati.
Struttura filmica in sei parti più o meno equilibrate, più o meno asciutte e più o meno intense:
I – Inizio riassuntivo di una storia: claustrofobica-mente riuscito dentro il titolo di una bara bianca; Laura non c’è più e l’amica di sempre Claire ricorda (e noi con lei) i bei momenti e episodi della loro unione amicale; iniziazione;
II – Amico (Gilles) e amica (Claire) sposati e senza figli vivono in famiglia ordinariamente ansiosi: lui attivissimo lei in crisi non senza un rito di mattine ordinarie, il marito si perde qualche contatto con il footing di lei, basta correre per bussare; programmazione (calcolata);
III – Amica che entra in casa e trova lui (il marito vedovo David) con una ‘lei’ vestito/a: basta un giro e trovi una porta da aprire mentre il biberon è in mano l’amico ha un abbigliamento che non t’aspetti, lei e lei quasi senza incontrarsi si vedono e si sintonizzano con gusto e un po’ di zucchero (Claire e Virginià); la porta è il pianto di un bambino; defenestrazione (inusuale);
IV – La nuova amica (Virginià) è lì che aspetta e David si lascia andare mentre Claire (senza saperlo più di tanto) si fa trovare al telefono e dice al marito: ‘ho conosciuto una nuova amica’. Il cuore ripensa mentre il duo C-V si dà alla ‘piccola vita’ con uscite e giochi di donne (‘la voce devi cambiarla’ e poi ‘Posso darti un consiglio? Ciglia destra con la mano destra, ciglia sinistra con la mano sinistra…’; da un scherzo trovi l’incontro giusto e da una bugia (al marito) una gita insieme per una strada già percorsa con l’amica che non c’è più; trepidazione (altalenante);
V – Marito che sa, cena da noi e amori che si sdoppiano: mistura di tutto e partita a tennis, sogni e visioni, amori e dimensioni, voci e lamentele (e il bambino che può portare famiglia); complicazione (dirottamento);
VI – Epilogo (sette anni dopo) consolatoria-mente in attesa per la scuola che chiude un bambino che esce; intensità calante e strada che allunga la passeggiata di una ripresa dall’alto (come per dire la ‘nouvelle vague’ del post-modernismo); laicizzazione (si tenta il doppio per chi arriva sempre dopo: ‘non posso sei un uomo’ dice ad un certo punto Claire…a Virginià: ecco basta abituarsi agli abiti nuovi). Le mani tra le due ‘nuove amiche’ lasciano la sensazione di un gioco ‘perfettino’ come spirito di libertà (non convincente totalmente).
La bravura della coppia Romain Duris (David-Virginia) e Anais Demoustier (Claire) è fuori di dubbio ma è ciò che devono percorrere scivola in una consuetudine con poca ‘vera emozione’. Partecipativi con le immagini e la bella fotografia che rendono un po’ glamour ogni storia che fa fuori dalle righe. E il film vale per metà fino a che i temi legislativi del Paese d’oltralpe non rendono trasparente il tutto nuovo e il regista Francois Ozon ne ampi la prospettiva (familiare).
Voto: 5+.

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