Da sempre il genere horror può essere considerato ammiraglio della sperimentazione in ambito cinematografico. “The Blair Witch Project” o i vari “Paranormal Activity” sono solo alcuni esempi degli ultimi anni.
“Unfriended” è una nuova evoluzione del sottogenere mockumentary, dove la realtà è mostrata attraverso lo schermo di un computer, tra le varie finestre Facebook, Youtube e Skype. La storia invece è classica, d’altronde l’aspetto affascinante di questo film risiede unicamente nell’idea di base.
Durante una seduta Skype tra amici, il fantasma di una ragazza suicidatasi per cyberbullismo si intromette nella videochat, con l’intenzione di svelare il colpevole del suo suicidio e vendicarsi. Come già detto, la storia è classica, ma l’idea con la quale viene sviluppata è originale e quantomeno mai vista. Eppure qualcosa non funziona: il film non fa paura. Il regista si limita a cercare di costruire la tensione unicamente su video che laggano per poi sbattere in faccia allo spettatore immagini (neanche troppo) forti.
A favore del film ci sono venti minuti di ottima commedia, nei quali gli amici vengono messi uno contro l’altro. Viene a crearsi una situazione tragicomica che ricorda molto “Carnage” di Roman Polański. Detto ciò, il film non ha altri momenti veramente godibili. Giusto un paio di scene splatter più divertenti che altro. Va detto che tutto ciò sarebbe potuto essere un valido b-movie se non fosse così patinato e se non si prendesse così tanto sul serio. Inoltre, è l’ora che i produttori la smettano di rifilarci, in ogni horror di ambientazione vagamente collegiale, delle venticinquenni bellissime costrette a spacciarsi per delle diciottenni tutte casa e chiesa.
Detto questo, non ha molto senso stare a discutere su personaggi e interpretazioni. Infatti, se in un film del genere si può sorvolare sui soliti personaggi ridotti a macchiette e sugli attori mediocri che li hanno interpretati, non si può però chiudere un occhio quando si passa la quasi intera visione a sbadigliare e quel poco di salvabile starebbe meglio in una commedia di Woody Allen.
La sensazione è quella di un ‘occasione sprecata. L’idea di base era interessante sulla carta, ma una volta vista la realizzazione, forse è meglio che se ne resti lì. Resta comunque interessante dare un occhio all’intero filone horror che si sta delineando da diversi anni a questa parte. “Unfriended” ne segna comunque un nuovo passo, non in avanti purtroppo.