VOTO: 9,5/10
Due amici, Boaz e Ari, siedono in un bar. Boaz racconta all’amico di un incubo ricorrente che non gli dà tregua: ventisei cani feroci lo attendono sotto casa. Questo incubo è dovuto ai ventisei cani che effettivamente Boaz ha ucciso in Libano durante la guerra. Finito di ascoltare l’amico, Ari si accorge di non ricordare quasi nulla della guerra, malgrado vi abbia preso parte direttamente. Tornato a casa Ari ha un ricordo nitido della guerra: mentre faceva il bagno di notte con dei commilitoni, una pioggia di luci cade sulla città durante la strage di Sabra e Shatila. Dopo quel ricordo sconnesso, Ari si rimette in contatto con i vecchi compagni d’armi, ricostruendo pezzo per pezzo sia i suoi ricordi che la storia di una terribile vicenda.
Film d’animazione del 2008, diretto da Ari Folman (lo stesso protagonista della storia) e disegnato da Michael Faust, Asaf e Tomer Hanuka e Ya’ara Buchman, si è guadagnato un Golden Globe come Miglior Film Straniero.
Viene considerato sì un film d’animazione, però è stato etichettato come documentario, data la storia trattata. Infatti tutto il film è una chiara denuncia contro i fatti avvenuti a Sabra e Shatila nel 1982. Tutto il film è realizzato con la tecnica di animazione, eccezion fatta per la scena conclusiva del film, ossia degli spezzoni di video reali riguardanti appunto il massacro.
Un film vibrante e intenso, che fornisce una visione cruda e poetica della guerra
Punto forte del film risiede nello sviluppo della trama, perfettamente svolta e senza neanche un punto morto. Ari, dopo accorgersi di non ricordare nulla della guerra, ripercorre assieme ai suoi ex compagni eventi crudi e strazianti di un episodio buio della storia umana. Ognuno dei suoi amici rivive i propri ricordi, mostrandoci molta umanità; infatti si vede come ognuno, a suo modo, evadeva dalla guerra: chi sfuggiva addormentandosi, chi nascondendosi nella vastità dell’oceano.
Lo stesso titolo dell’opera riassume in maniera poetica il messaggio agrodolce del film: il “valzer” è riferito ad una scena bellissima del film in cui un soldato si mette a sparare all’impazzata ballando una sorta di valzer sotto ad un manifesto gigante di Bashir Gemayel, politico ucciso proprio nel 1982.
Gli amici di Ari ricordano a fatica gli eventi della guerra, in fondo sono passati vent’anni, ma comunque mantengono con lui un legame militaresco, sito nel bellissimo gesto di condividere sempre una sigaretta, proprio come simbolo della condivisione di un attimo di pace dopo un episodio straziante che li accomuna.
Un film perfetto, giusto e profondo, che racconta, attraverso un’ottima storia, un evento buio del secolo passato.
Una storia che permea poesia dal buio della guerra
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