Viaggio nell’isola misteriosa: la recensione di Gabriele Ferrari
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Viaggio nell’isola misteriosa: la recensione di Gabriele Ferrari

Viaggio nell’isola misteriosa: la recensione di Gabriele Ferrari

Come reagireste se vostro nonno vi dicesse che l’isola misteriosa di Jules Verne, l’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson e la Lilliput di Gulliver sono in realtà lo stesso pezzo di terra, che peraltro esiste davvero e galleggia solitario in mezzo all’oceano Pacifico? Probabilmente ve la prendereste con il suo barista di fiducia che gli ha versato quel bicchiere di troppo. A meno che nelle vostre vene non scorra il sangue dell’esploratore.

È il caso di Sean (Josh Hutcherson), già protagonista del mediocre Viaggio al centro della Terra 3D, che in questo quasi-sequel si mette sulle tracce di nonno Alexander (un Michael Caine che si diverte come un matto), sperduto, pare, su quell’isola misteriosa che dà nome a un romanzo di Verne – e al film. Ad accompagnarlo, come è normale aspettarsi da una pellicola del genere, c’è il patrigno Hank (Dwayne Johnson), oltre all’immancabile spalla comica (Luis Guzman nei panni di un pilota d’elicottero) e all’altrettanto irrinunciabile bella fanciulla (Vanessa Hudgens, tanto graziosa quanto inespressiva). E poi animali giganti, isole che sprofondano, antiche città in rovina e persino il Nautilus del capitano Nemo.

Versione breve di quanto scritto sopra: Viaggio nell’isola misteriosa è un film d’avventura per ragazzi come non se ne fanno più, degno erede dei vari Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi e Jumanji. E se è chiaro che è difficile replicare la magia di quelle pellicole – o forse siamo noi che invecchiamo –, è altrettanto vero che, in un mondo in cui Shrek è il nuovo paradigma dei film per i più piccoli, Viaggio nell’isola misteriosa è una ventata d’aria fresca. Scritto con competenza, girato con mano salda e occhio per lo spettacolo, è un film che non indugia mai né si osserva compiaciuto allo specchio. I dialoghi sono brevi e incisivi, e dicono tutto quello che c’è da dire in pochi secondi. La progressione narrativa è costante, e il regista Brad Peyton (che nel curriculum ha un corto a base di zombie e la futura trasposizione cinematografica di un romanzo di Palahniuk, e chissà cosa ci fa qui) non si perde mai in svolazzi o ammiccamenti: un pregio inestimabile, in un mondo in cui chi fa cinema per i più piccoli si preoccupa di più di far divertire quelli che i piccoli li accompagnano in sala. Scordatevi le citazioni del Padrino o di Star Wars, il massimo piacere cinefilo di Viaggio nell’isola misteriosa è vedere Michael Caine sfrecciare tra gli alberi in sella a un’ape gigante: ovvero, come far contenti allo stesso tempo bambini e adulti, o anche come fare un film di genere senza stravolgerne la grammatica.

Non ci dilungheremo ad approfondire gli altri ingredienti della ricetta, dalla storia sciocchina ma divertente ed efficace fino al messaggio edificante (l’amore di chi ti sta vicino conta più di qualsiasi altra cosa) che tutto il cast apprende dopo un’ora e mezza passata a prendere a pugni in faccia lucertole giganti. Film come questo funzionano entro schemi precisi e ben codificati, che Viaggio nell’isola misteriosa rispetta fino all’ultimo comma. Il che, paradossalmente, lo rende una mosca bianca, e per questo, forse, da apprezzare ancora di più.

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Mi piace
Finalmente un’avventura per bambini scritta, girata e montata come un’avventura per bambini e non come un favore fatto agli adulti che sganciano i 7€ del cinema. Dwayne Johnson ha un talento comico straripante. Il 3D è luminoso ed efficace.

Non mi piace
Il film è esattamente quello che promette di essere: un prodotto di genere rivolto ai più piccoli. Per qualcuno questo è un limite. Vanessa Hudgens è decisamente fuori ruolo nei panni della ragazza avventurosa.

Consigliato a chi
Ha un bambino piccolo: al suo fianco, oppure nell’anima.

Voto: 3/5

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