Lento e affascinante.. due importanti caratteristiche di questo film..
Lento perché quasi si narcotizza nell’esposizione fattuale, perché non si fa intaccare dal virus della dinamicità e della frenesia, perché riesce a trasporre con la quiete che gli si confà il più tragico evento che ha investito il settore della finanza e dell’economia mondiale; per inciso questo è un aspetto lodevole del film visto che gli consente di dare un giusto ordine a ogni singolo tassello e un’adeguata enfasi ai fatti più critici..
Affascinante perché porta a far luce su tutto quello che si è mosso dietro a quel tracollo finanziario che ha fatto traballare gli affari mondiali nel vicinissimo 2008 e lo fa chiamando in gioco tutti gli aspetti più pertinenti: introduzione al concetto di bolla, mercato immobiliare e dei mutui americano, cartolarizzazione di questi ultimi che porta alla nascita dell’infinita spirale degli strumenti derivati, break point e quindi scoppio della bolla, inizio della famigerata crisi (rappresentata sostanzialmente dallo scoppio della bolla sui mutui che portò le banche americane a subire forti perdite, perdite che poi inficiarono mille altri settori di attività visti i titoli derivati acquistati dagli investitori la cui quotazione era legata a salire ad altri titoli fino ad arrivare a quegli derivanti dalla cartolarizzazione dei mutui).. parlo quindi di affascinante proprio perchè questo secondo wall street va a dare validi spunti di chiarimento con toni e termini adeguati su una questione tanto complessa quanto torbida..
Aspetto che ha inficiato sulla buona riuscita commerciale del film (perché i risultati pur essendo stati tutto sommato positivi di sicuro però non consentono di parlare di successo con la esse maiuscola) è stato quello di renderlo quasi di nicchia attraverso il ricorso a vocabolario finanziario tutt’altro che semplice per i “non addetti ai lavori” e all’esposizione di tutta una serie di corollari per i quali manca però un leggero approfondimento che sarebbe stato, intellettivamente parlando, fondamentale per un profano della materia .. forse in questo allora si sarebbe potuto un po sacrificare il fascino trade del film per compiere qualche passo in piu in favore di quella tipologia di spettatore che del fulcro della storia ha sentito parlare sono grazie ai notiziari..
Se da un lato (per quanto appena accennato) la sceneggiatura si presenta sostanzialmente complessa, da un altro lato essa si propone come intensamente efficace.. faccio in questo senso riferimento dialoghi di cui il film è denso.. fatta eccezione per pochi che risultano terribilmente irrealistici (su tutti “buona giornata io sto, bene cattiva giornata io sto bene” oppure “lo ammiro perché è stato uno dei pochi che in questa situazione ha avuto il coraggio di suicidarsi” i quali devo dire mi hanno lasciato un forte senso di disgusto), infatti buona parte dei dialoghi si presentano come importanti bombe retoriche, bombe che innescano nello spettatore importanti riflessioni, o gli concedono la possibilità di avere una visione un pò più ampia della vita, o gli danno modo di vedere come in certi casi un certo uso della parola può rendere attraente e accattivante la semantica di ciò che si vuole esporre; in questo senso trovo attraente citare separatamente le migliori:
“tu smetti di dire bugie su di me e io smetto di dire la verità su di te”
“il rischio morale consiste nell’utilizzare i suoi soldi senza rispondere delle conseguenze”
“neanche ti conosco e già mi chiedi qualcosa”
“siamo fatti di contraddizioni” (che praticamente è il biglietto da visita del subconscio di ogni essere umano)
“i tori fanno soldi, gli orsi fanno soldi.. e i maiali vengono sgozzati” (non esiste miglior modo per definire le tendenza nei rapporti tra broker speculativi e consumatori-investitori)
“un pescatore riconosce un altro pescatore anche da lontano”
“alla parola soldi i tuoi occhi iniziano a brillare”
“la verità è che ci siamo tutti dentro”
“ è come alle elementari.. ti isolano se frigni sempre”
“se è vero che ogni uomo ha un prezzo qual è il suo? di più” (forse quella migliore, anche perché incarna in pieno quanto di più vero Gekko dice nel suo discorso all’università quando afferma che l’avidità è diventata legge..)
Regia e fotografia ottime e anche ottimamente combinate.
Colonna sonora pimpante e pertinente, capace continuamente di esaltare le scene che accompagna (stupenda poi per l’happy end la riproposizione di “this must be the place” già presente nel primo film).
Apprezzabile la caratterizzazione dei personaggi: un Jacob paladino del bene e disposto a tutto pur di ottenere ciò che è giusto; una Winni dolce e genuina ma anche fragile quanto non mai quando ha a che fare, anche in via indiretta, con il padre; un Gekko vecchio stile, che non ha perso un grammo del suo fiuto, che estende all’ambito familiare le sue doti da ineguagliabile insider trader e che come ai vecchi tempi si muove e si esprime con grande fascino; un Bretton big bad della situazione, tanto fino al troppo avido e cinico un po’ come lo fu Gekko nel primo film, rispetto al quale però ha un infinitamente inferiore talento nella retorica..
Un film importante quindi, anche se per reggersi in piedi dinnanzi al primo capitolo ha bisogno del bastone..troppo imponente e perfetto il wall street del 1987 affinchè questo possa essere avvallato come dello stesso rango.. un secondo capitolo depotenziato rispetto al primo quindi..
non facciamone un dramma però, in fondo il primo wall street ha fatto stile e scuola ed era tremendamente difficile riproporsi a quei stessi livelli..
è anche giusto però rimarcare che comunque questo sequel non ha perso troppo il passo e dato il tenore del precedente lavoro scusate se è poco!