Warrior: la recensione di Eddie Morra
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Warrior: la recensione di Eddie Morra

Warrior: la recensione di Eddie Morra

Lezioni retoriche di Cuore in una Pittsburgh infiammata di crepuscolare “corposità“… Lungi da ogni dubbio, rifuggiamolo, Warrior non è un capolavoro, ma lo “capolovorizzeremo” perché s’incendi nella retorica, “magnanima”, che gronda (d)a ogni fotogramma, quasi scandita nelle nerviche nerezze di nuovo accese di combattenti, ove il ring delle arti marziali miste è solo il pretesto per inscenare la lotta, ben più filosofica e quasi ancestrale, di magmaticità profumata nelle ruggini del Tempo, dell’Uomo, in senso alato, alleato, senza panegirici aleatori che l’”agghindan” di “sbiadevoli” sogni della “taumaturgia” di quella dottrina che c’insegno che il “migliore” vince e il resto, inconsolabile, s’avvoltola, anche in arrotolate sigarette o alcol dalla sbronza vivacemente funerea, nella e per la sopravvivenza.
Nelle tortuosità impervie dei castighi della sua stessa “afflizione”. Quasi, per perdonarsi. Per abbagliar la dignità, anche quando non è più “in piedi” o barcolla, “mendicandola”.

O’Connor è un artigiano che, elasticamente, dilata le anime dei suoi personaggi, a intingerli d’umana e, nostra, commozione.
Disperati “balordi”, anche uno che è professore di fisica, costretti a guadagnarsi, oltre che il rispetto, forse anche il “tetto”.

Due fratelli di sangue a dissanguarsi, spellarsi in ferite che s’(in)taglieranno picchiandosi corpo a corpo, inesausti, con un padre balena bianca che custodirà sempre quella purezza estinta ai primi colpi inferti da Achab.
Un Nolte, sempre di Notte o nella foschia impalpabile d’un mattino nella “grinza”, che spera sempre combattivo, dopo averla sperperata, e “gironzolata”, addobbato nel suo accalorato, laconico ultimo tifo e giro di boa.

E, loro, Tom Hardy e Joel Edgerton, l’orso “cattivo”, eroe di guerra che non sa che farsene delle medaglie al valore, e un Uomo comune e rispettabile con una vita “normale” e una famiglia da non sfamare al “buio”.

Prevedibile, scontato, aspettiamo solo chi vincerà nel duello dell’eterna rivalità, senza esclusione di colpi e senza precluderci la lagrimuccia.
Su, è colata mentre speravate di ridacchiare, non “mentitela” furbetti, e immacolata ha tradito la vostra bontà.

(Stefano Falotico)

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